Marisa Giuliani

San Marco in Lamis, martedì 14 settembre 2021 - Finalmente ho ricominciato a viaggiare scegliendo come tappa Parigi, la città dai tetti blu. Non sono qui per parlarvi della Ville-Lumière, che i miei lettori conoscono bene, ma di ciò che questa città racconta di sé e del suo essere cosmopolita. Chi viene a Parigi come turista ha delle tappe obbligate alle quale non può e non deve rinunciare: torre Eiffel, Louvre, la crociera sulla Senna, la reggia di Versailles, giusto per citarne alcune. Quest’oggi ci inoltreremo in qualcosa di più profondo del mondo parigino e lo facciamo attraverso le immagini di una miniserie: The Eddy.

Dopo Whiplash e La La Land, il regista Damien Chazelle ambienta nel 12esimo Arrondissement, che io considero il più rappresentativo della combinazione Parigi turistica e Parigi multiculturale, la storia di Elliot Udo, un afroamericano che da New York si trasferisce a Parigi ed è proprietario di un club di musica jazz gestito da Farid, il quale prende in prestito dei soldi da persone sbagliate.  I fruitori delle serie televisive saranno un po’ destabilizzati poiché The Eddy non corrisponde esattamente a nessun codice ai quali si era abituati. Un rapporto conflittuale con una figlia adolescente, intrighi polizieschi, sono tra gli argomenti di questa miniserie fatta per gli amanti del cinema d’autore, del jazz ed ai suoi assoli. E non importa se i musicisti conversano ciascuno nella propria lingua, perché si ha consapevolezza che la musica è un linguaggio universale. Proprio questo il concetto che traspare grazie alla sceneggiatura di Jack Thorne (lo stesso di Harry Potterjazz classico, rap francese, con i quali musicisti  raccontano il loro passato, la loro storia personale. Un cast cosmopolita a immagine della serie che gioca sul mix di culture in questa Parigi bohémien sublimata dagli anglosassoni fin dai tempi di Hemingway e dalle cantine fumose di Saint-Germain-des-Prés.

Si mostra la Parigi di oggi, non la Parigi turistica che vediamo di solito. La scelta di stare nella parte est di Parigi, nelle periferie, i quartieri normali che rappresentano l’identità di Parigi. Quindi fuori dai luoghi comuni. “Né la Torre Eiffel né l’Arco di Trionfo in “The Eddy“. Lo stesso vale per il duo formato per la coppia del film che vive a Montreuil (Seine-Saint-Denis), mettendo così in luce la nuova popolazione della piccola cintura parigina. Le scene girate nelle città di Bobigny (Seine-Saint-Denis) finiscono per rappresentare la regione nel suo insieme, ricco e multiplo. Amanti della vera Parigi, rimarrete affascinati da questa fotografia incredibilmente realistica.

Gia nel post su Sanremo avevo parlato di uno studio dell’università di Oxford che mostrava come alcuni ingredienti possono essere esaltati durante l’ascolto della musica, in quel caso parlavo della musica pop e del thai food, oggi invece parlando del jazz sembra che esalti il cioccolato, come il sushi e il contrasto dolce-salato e carne-frutta. Tra queste combinazione, io ho scelto il cioccolato. Siamo a Parigi quindi la mia scelta è ricaduta su un dolce al cioccolato: moelleux au chocolat.

INGREDIENTI

  • 200 gr cioccolato
  • 125 gr burro
  • 125 gr zucchero
  • 125 gr farina
  • 4 uova
  • 1 bustina di lievito per dolci

PREPARAZIONE

  1. Accendiamo il forno a 180 gradi.
  2. Facciamo sciogliere il cioccolato a bagnomaria (oppure se avete il microonde basteranno solo 40 secondi).
  3. Aggiungiamo il burro a piccoli pezzi.
  4. Separiamo i bianchi dai rossi delle uova e con l’aiuto delle fruste, iniziamo a montare i rossi con lo zucchero.
  5. Aggiungiamo il cioccolato fuso con il burro e mescoliamo.
  6. Incorporiamo la farina e il lievito setacciati un po alla volta mescolando fino ad incorporare il tutto.
  7. Montiamo gli albumi e li incorporiamo al composto.
  8. Versiamo il tutto in uno stampo imburrato ed infarinato e cuociamo nel forno statico per 30-35 minuti. Prova stecchino prima di sfornare.
  9. Lasciamo raffreddare bene prima di toglierlo dallo stampo.
  10. Possiamo servirla con della confettura di arance, o con una spolverata di zucchero a velo.

Voilà, bon degustation!