Marisa Giuliani
San Marco in Lamis, venerdì Febbraio 2021 -Sui passi delle leggende nordiche, viaggiamo tra le tradizioni e i sapori degli antichi Celti. Scomparsi da tempo, i Celti hanno lasciato tracce della loro cultura in alcuni paesi europei attraverso la lingua, le tradizioni e le leggende. Migliaia di testi sono stati scritti tramandando una tradizione nel corso dei secoli, tra letteratura, poesia, musica, danza, abitudini e gastronomia. Mi soffermerò a raccontarvi di una festa in particolare che si è svolta pochi giorni fa: Imbolc.
Tra il 1º e il 2 febbraio si celebra il ritorno alla luce, sono giorni in cui siamo a metà tra il solstizio di inverno e l’equinozio di primavera. Anche se le temperature sono ancora rigide, è proprio in questi giorni che nella cultura celtica si festeggia il cambiamento, la trasformazione, la purificazione delle anime. Una leggenda narra che esseri fatali si radunavano per celebrare la dea della luce dal nome Brigit, dea del fuoco, della poesia, della guarigione, la dea tripla. La tradizione celebra questa festa con l’accensione di candele e, come altre tradizioni, in epoca cristiana Imbolc si fonde alla Candelora. La festa pagana passa dalla dea Brigit a quella cristiana di Santa Brigida d’Irlanda.
Ci sono dei rituali di purificazione che tutt’oggi sussistono come ad esempio in riferimento all’alimentazione che, contrariamente a quanto potrebbe essere avvenuto nel periodo natalizio, dovrà privilegiare cibi più leggeri per ripulire il nostro organismo. È il momento della condivisione di progetti, aspirazioni e sogni. È il momento di fare le grandi pulizie, di prediligere decorazioni in casa di colore bianco, come la luce per l’appunto. Simbolicamente, è il momento di lasciare il vecchio, le cose inutili che potrebbero limitare l’ingresso alle novità.
Tornando alla Festa della luce della cultura celtica, la gastronomia di un popolo scomparso che continua ad avere una forte tradizione non solo nel nord Europa ma anche in alcuni comuni italiani, si è tramandata ai giorni nostri con varianti più o meno fedeli alla sua origine. Proprio perché i Celti abitavano in terre fredde, alimenti come olio e vino non sono usati, troviamo invece gli equivalenti burro e birra ad essere base della loro alimentazione. Proviamo a cucinare una ricetta celtica molto semplice per la nostra colazione.
Versiamo il latte in una ciotola e aggiungere 1 cucchiaio di zucchero (da prendere nella quantità totale) e il lievito. Amalgamiamo bene e teniamo da parte per 10 minuti. Impastiamo la farina, lo zucchero, i tuorli, la vanillina aggiungiamo a filo la miscela preparata in precedenza. Lasciamo impastare fino a quando risulterà liscio e non appiccicoso cosi possiamo aggiungere il burro tagliato a pezzi, ed infine il sale e continuiamo per ancora 10 minuti circa. Ricordiamoci che il burro va fatto incorporare un pezzo alla volta. Lasciamo lievitare per 2 ore coprendo la ciotola con la pellicola fino al suo raddoppio in un luogo caldo (forno con luce accesa è perfetto).
Stendere l’impasto su un piano di lavoro infarinato e con un coppapasta o un bicchiere tagliamo dei cerchi fino a terminare tutto l’impasto. Mettiamo tre cerchi di pasta sovrapponendo un lato e arrotoliamo e tagliamo a metà, ottenendo due parti del fiore che realizzeremo. Continuiamo fino a terminare l’impasto. Li posizioniamo in una teglia rotonda foderata con carta forno con il taglio verso il basso, partendo dal centro e un po’ distanziati perché lieviteranno, coprendo la teglia e lasciandola nel posto caldo come in precedenza.
Spennelliamo con latte e facciamo cuocere per 40 minuti a 170 gradi forno statico. Al termine, lasciamo intiepidire su di una grata, spolveriamo con lo zucchero a velo prima di servire. Questo pandolce avrà la forma di una Triquetra, un antico simbolo a tre punte che nella simbologia celtica è associata alla tripla divinità Brigit. In quella cristiana successivamente la simbologia tripla verrà associata alla Trinità, come entità separate ma appartenenti ad un unico essere. Da antiche tradizioni a quelle nuove, la nostra cultura si è ben amalgamata tra riti pagani e riti cristiani.
Se quest'oggi ho scelto di parlavi della festa della luce dei Celti e non ho scelto la Candelora dei Cristiani, è semplicemente per porre l’attenzione su come alle volte c’è solo bisogno di conoscere nuove realtà per sapere che forse in fondo in fondo non siamo affatto diversi. Del resto è questo che sto cercando di fare attraverso i miei post. Al prossimo viaggio!