Antonio Del Vecchio
San Marco in Lamis, giovedì 28 gennaio 2021 - Mostra solo sul proprio sito facebook quella sulla Shoah di Nick Petruccelli, artista di San Marco in Lamis, assai attento al tema della disumanità. E questo per non interrompere il ciclo del suo impegno nella Capitale che, cominciato al Museo omonimo in una collettiva, si è ripetuta da alcuni anni anche con personali promosse in altri luoghi importanti della cultura, con come per esempio lo scorso anno presso la sede dell’associazione pugliese. E questo, grazie all’apporto organizzativo dei Monti Uniti di Foggia e dell’architetto Gianfranco Piemontese, critico ed animatore assai attivo negli ultimi tempi.
L’accesso al sito, messo appunto con tanto amore dalle figlie dell’artista, Liana e Rosalba, a cominciare da oggi “Giorno della Memoria” permetterà ai naviganti di apprezzare ed assaporare e le originali immagini interpretative di quel triste fenomeno storico che ci fa inorridire ancora oggi, a distanza di molti decenni dagli avvenimenti narrati e vissuti solo indirettamente dall’autore, in quanto ragazzo. Forse si deve proprio al suo ricordo di “ragazzo”, cresciuto a lavoro e fame, la crudezza rappresentativa e plastica dei vari episodi, scolpiti con disegni abbozzati e pennellate dai colori scuri, contornati da luoghi altrettanto cupi e infuocati, quasi a rappresentare l’inferno in terra che stavano vivendo vittime e carnefici. Gli uni malandati e sofferenti, gli altri arroganti e violenti, come diavoli, appunto.
Le prime opere sul tema comparvero nel 2005 in una mostra promossa al Convento Santuario di San Matteo. Mostra che vide come regista ed animatore Gaetano Cristino, critico super della materia da molti anni in Capitanata ed altrove. Tra l’altro egli ha scritto al riguardo a" immaginare l'orrendo e ad immedesimarsi coerentemente con il proprio itinerario spirituale, con il dolore e la sofferenza delle vittime delle persecuzioni razziali. Con le sue opere Petruccelli ci mette di fronte agli ingranaggi di morte,alle inquietanti coreografie delle parate naziste, ai volti senza speranza, con gli strumenti di un'arte che torna ad essere narrativa ed espressiva,che sa raccontare e nello stesso tempo riesce a farci,partecipi del dolore dell’umanità”.
A sua volta, Katia Ricci, attenta critica e conoscitrice anche lei delle medesime opere ed autore , osserva nei suoi scritti “ […] i temi della vasta produzione di Nick Petruccelli, sia che si tratti di pittura o di scultura in marmo e legno, o di assemblaggi di materiali di scarto sono sempre forti, aspri come pugni nello stomaco. Le sue opere sono come una discesa agli inferi o nelle zone più oscure e indicibili dell’umanità, apparentemente senza riscatto e senza speranza...”.
Attualizzando gli eventi, tra l’altro, Piemontese, presentatore della mostra romana dello scorso anno, nel confrontare le opere con quelle di Goya, scrive, tra l’altro, : “... Così oggi il genocidio nazista ed i massacri che le opere di Nick Petruccelli presentano, sono un tributo dell’Arte a quella memoria testimone di grandi tragedie che in Europa e nel Mondo intero vacilla, se non proprio viene rinnegata da negazionisti travestiti da storici o pseudo statisti...”.Ma in queste opere oltre alla guerra troviamo anche il veleno che obnubila le menti: il razzismo. Un veleno che genera quella malattia che ha ucciso e uccide