Antonio Del Vecchio
San Marco in Lamis, sabato 9 gennaio 2021 - Sono due i calendari in vetrina per ricordare fatti e uomini illustri, a San Marco in Lamis. EntrambiI ben fatti sia sul piano formale sia per quanto riguarda il contenuto sintetico, prensile e comprensibile da parte del grosso pubblico. Il primo è edito dalla farmacia “Nardella” di Nardella Ciro, attiva nel centralissimo Corso Matteotti, l’altra messa su da Tonino Motta, critico, letterato ed editore superlativo, promossa dall’altrettanta ed avviata farmacia “Padre Pio”, di Nella Formica e Luigi Villani,
in esercizio pure essa in zona centralissima, ossia in prossimità della strada del Ponte, alias Via Roma, a ricordo della sua funzione antica, ossia di struttura di passaggio sul torrente Jana, ora interrato. Quest’ultimo, sorto alle falde di Montenero, attraversa da Est ad Ovest l’intera città, raccogliendo le acque bianche dell’intero circondario. Il Calendario dei Nardella ha come concetto ispiratore i gruppi musicali di San Marco in Lamis, studiati e valorizzati da Luigi Ciavarella e contenuti in un libro sul tema, dal titolo “ Bande e gruppi Musicali di San Marco in Lamis”, Regione Puglia, 2000, firmati anche in veste di coautori da Antonio Del Vecchio e Gabriele Tardio.
Il Ciavarella addirittura sul medesimo tema aveva curato pure una interessante mostra fotografica, esclusivamente composta da reperti visivi inediti e raccolti pazientemente dall’interessato durante le varie manifestazioni musicali. Egli ci precisa che il calendario in menzione è dedicato alla memoria di Paolo Pinto, scomparso di recente, chitarrista, cantante e musico tra i più noti dei gruppi in voga negli anni ‘70 e ‘80. L’anzidetto calendario, a differenza di tanti altri, messi su a scopo di pura pubblicità, da varie aziende e negozi del posto, non è da parete, ma è componibile sulla scrivania o su un mobile a portata di mano della casa. Ora passiamo all’altro calendario.
Lo stesso è da parete e si distingue dagli altri, perché ha un contenuto prettamente culturale. Infatti, ha come oggetto ispiratore la vita e le opere di Joseph Tusiani, il letterato quadrilingue (dialetto, italiano, inglese e latino), in odore di premio Nobel, ritenuto uno dei più prolifici ed originali interpreti del Novecento letterario appena trascorso, di levatura mondiale. Lo stesso è scomparso come noto agli inizi dello scorso anno a New York, da dove puntualmente veniva ogni anno ed occasione a San Marco in Lamis, sua città, dove è nato ed ha vissuto i momenti salienti della sua infanzia e gioventù.
Oltre ai passi più significativi della sua produzione letteraria, il Motta immortala con i suoi puntuali riferimenti inediti in dialetto (abbozzi, resti dattiloscritti e quant’altro) pervenuti a suo tempo al noto storico del posto Tommaso Nardella, e scoperti all’indomani della sua morte, nonché fotografie di personaggi e richiami alla sua città, avvertiti e vissuti dal curatore. Tra l’altro il richiamo amicale al predetto Nardella, ritenuto uno dei massimi studiosi del Risorgimento e del Brigantaggio, di cui quest’anno ricorre il decimo anno dalla sua scomparsa, confermato da una bellissima foto al riguardo scattata nelle campagne attorno, calpestate assieme al grande vate e gelosamente custodita, come gli altri scritti, nell’archivio di casa dalla figlia Loredana.
Segue poi il suggello fotografico di Sebastiano Rendina, insegnante assai legato per tutta la vita a Tusiani. Altre foto sono costituite da gruppi, dove vi sono gli amici Contessa, e di luoghi caratteristici, come la Padula, ben interpretata dal grande fotografo Giuseppe Bonfitto, autore e conservatore di una miriade di reperti sul tema, sempre disponibili da parte dell’autore. Una mano significativa l’ha dato pure Gennaro Sassano, titolare di una movimentata barberia, dove il letterato era di casa. Per significarne l’autorevolezza, il Motta, oltre a richiamarsi alle “mille e quattrocento pagine” del volume”Storie dal gargano.
Poesie e narrazioni i versi dialettali (1955 – 2005), da lui curato assieme a Cosma e ad Anna Siani, e all’insieme del materiale poetico e in prosa inedito, gelosamente custodito nel suo archivio e centro culturale “Leonardo Sciascia”, il narratore siciliano di cui è stato amico e cultore (quest’anno ne riccorre il centenario della sua nascita), ringrazia per l’apporto collaborativo, oltre le persone già citate all’inizio: Enrico Rendina, Michael Tusiani, fratello del commemorato e cittadino onorario della città, Antonio Totta, il personale tutto della farmacia Padre Pio” e di quella dei Nardella, a cui va il massimo merito e riconoscimento della città per aver promosso ed attuata la bellissima ed istruttiva iniziativa di promozione culturale come quella in menzione.
Ora ci si aspetta che anche le altre imprese e negozi intraprendano iniziative similari, finalizzate a sensibilizzare le nuove generazioni e a tenere alto il nome di San Marco in Lamis.