Antonio Daniele
San Marco in Lamis - mercoledì 23 gennaio 2020 - Il 2020 sarà ricordato nella storia della nostra nazione per un dato che deve fare riflettere. La natalità è ai minimi storici. La colpa viene data all’insicurezza dettata dalla pandemia. Quello che fa ancora più riflettere sono i dati di proiezione per il 2021. Siamo un paese che non cresce e non crede nel suo futuro. Nonostante gli sforzi, sono ancora minimi gli investimenti per le famiglie e per i giovani.
Un paese che non crede nella sua forza è un paese destinato a piegarsi nel corso del tempo. Questi dati sono mitigati dalle nascite di coppie straniere. Uno su cinque bambini che nascono in Italia ha genitori che non sono nati nel nostro paese. Ogni donna italiana ha una “media” di 1,30 figli. A differenza delle donne straniere che hanno un alto indice di natalità. Inoltre, la donna italiana partorisce il primo figlio in un’età già adulta. Prendo spunto da questi dati per poter riflettere sul nostro Natale e sulla reale situazione che quella culla rimanga vuota per tanti di noi. È da inizio novembre che la TV ci ha inondato di notizie su come sarebbe stato il Natale durante la pandemia.
Cene, acquisti, viaggi, tutto veniva setacciato per dare un quadro economico alla festa per eccellenza. La festa di un Bimbo che nasce per portare gioia e speranza al mondo impaurito. Quella culla potrebbe rimanere terribilmente vuota se non accogliamo il messaggio che ancora oggi, dopo duemila anni, ci viene trasmesso. Dio è con noi. Si fa carne per noi e vuole camminare nella nostra storia a fianco a noi. Non lasciamo che la culla rimanga vuota. Cioè, non lasciamo che i nostri occhi e il nostro cuore siano riempiti di tutto, fuorché del festeggiato.
La situazione pandemica ci dovrebbe aiutare a scendere nella profondità della nostra esistenza. A ritornare alle origini. A stupirci. A provare tenerezza verso il Dio fatto uomo. Rechiamoci, quindi, nella nostra “Betlemme” per poter accogliere la nascita di Gesù. È Lui la speranza che tanto attendiamo. È Lui la forza che cerchiamo. È Lui la luce che illumina le nostre tenebre. È Lui la felicità che ci viene mediata da tanti. È Lui l’ospite che farà grande la nostra casa. Sulla nostra strada verso “Betlemme” non abbassiamo lo sguardo. Ci incroceremo con volti conosciuti e con volti stranieri. Cogliamo nei loro sguardi l’attesa. L’attesa di un conforto. Di un aiuto. Di essere presi per mano per un tratto di strada. È la stessa attesa di Gesù Bambino.
Oggi, come ieri, la notizia più grande sarà che è nato per noi il Salvatore. Sarà chiamato Emmanuel, che significa Dio con noi. È questa la nostra gioia. Che non siamo più soli….
Auguri di un Santo Natale a tutti.
Antonio Daniele