Mario Ciro Ciavarella Aurelio

San Marco in Lamis, venerdì 2 ottobre 2020Nessuno lo conosceva prima del duplice omicidio. O almeno pochissimi l'hanno visto in giro negli ultimi ventuno anni. I suoi genitori sono conosciutissimi da tutti gli abitanti di Casarano. I famigliari omettevano di parlare del loro parente, il giovane Antonio. Non c'è un alone di  mistero intorno a questo ragazzo che a 21 anni decide di frequentare un corso per diventare infermiere, ma una spessa coltre che piano piano si sta diradando, con alcuni particolari sconvolgenti che vengono alla luce nelle ultime ore.

Un ragazzo invisibile a tutti, ma molto meticoloso nel progettare un duplice omicidio. Dietro la morte dell'arbitro De Santis e della sua fidanzata, c'era un vero e proprio progetto: Antonio De Marco aveva mappato tutta la zona dell'appartamento dei due innamorati, comprese le telecamere che erano lì per sorvegliare i gatti(!?) Aveva con sé un foglio dove aveva mappato come  appoggiare i piedi nel tragitto che porta da casa sua a quella dei due ragazzi uccisi. 

 Un progetto semplicemente diabolico. Senza un perchè che convinca. Lui dice che soffriva di invidia nel vedere due ragazzi che si volevano bene. È troppo poco per uccidere, e in quel modo. Nel mondo silenzioso di questo ragazzo covava da sempre (dalla nascita), un'esplosione che prima o poi doveva esserci. Si è evidenziata la “pazzia” nel giovane Antonio nel modo che ora tutti conosciamo, ma sarebbe emersa in altri modi e in altri momenti: era solo questione di tempo. Prima o poi qualcosa sarebbe successo, e le vittime potevano essere chiunque.

 Nella mente di Antonio De Marco penso che da sempre c'era un rifiuto della vita, forse non accettava tutto quello che vedeva intorno, forse non voleva nemmeno nascere, forse non trovava una logica nella felicità di pochi e nell'infelicità di tanti, forse viveva nell'invisibilità per non “eccedere” nell'esprimere le sue opinioni che per tanti sarebbero state sbagliate, forse era meglio per lui (e per tanti) non farsi notare per non diventare pericoloso da un momento all'altro.

 Nelle vite di ognuno di noi ci sono troppi “forse”: è l'assenza di certezze che ci uccide! A Casarano dicono: “Insospettabile, allora potrebbe accadere a chiunque”. Giusto, a chiunque: sia di essere un assassino, che la vittima. Siamo tutti Chiunque. In tutti i sensi: positivo e negativo.

 È l'invisibilità che forse fa la differenza. Agire quasi di nascosto dalla nascita, intimorisce penso tutti. Ci sono elementi che vivono nell'ombra, poi improvvisamente entrano in scena e vengono visti per la prima volta!! Anche dopo decenni. E combinano guai!! Io ne conosco almeno uno!!

 

“L'invisibilità” avvolge questi elementi, che si permettono di agire come meglio credono, consapevolmente. Non pensiate che la loro sia pazzia!! I pazzi non progettano crimini nei minimi particolari. Ma sono menti che la Natura stessa non sa spiegarsi. Sempre se la Natura la vogliamo considerare perfetta...

 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio