Mario Ciro Ciavarella Aurelio
San Marco in Lamis, martedì 14 luglio 2020 - C’era quasi sempre un uomo sotto un carro. Oppure sotto un cavallo. Difficilmente si vedevano uomini o donne investiti da automobili: tanto tempo fa i mezzi di trasporto erano "rurali". Era in campagna che si viveva, spesso anche moriva. E quando si scampava a morte certa si ringraziava un santo o la Madonna. Stranamente in poche occasioni si ringraziava direttamente dio.
Chissà perché. Ma un suo "delegato", che era stato pregato, affinché Gesù, salvasse quell’anima devota da morte certa. E poi si ringraziava per l'evento straordinario o per dirla in modo più diretto: per il miracolo! Quando l'evidenza è fin troppo chiara, nessun gesto umano può tirarti fuori da situazioni ormai compromesse, ma solo una mano invisibile che sposta quel carro o cavallo che ha investito un uomo.
E in alto spesso si raffigurava anche una mano che scendeva tra i mortali come testimonianza che dio c'è!! Sulle tavolette votive. Da piccolo si andava al convento di San Matteo per vedere anche le tavolette votive (ce ne sono più di 500), quando si metteva il pennello su una tela per lasciare ai posteri testimonianze vive, su come dio interveniva. Erano quasi delle istantanee fotografiche, in assenza di macchinette sul luogo del miracolo.
E allora si andava da un pittore e si descriveva l'evento straordinario, di come era posizionato il miracolato e quale santo era interceduto per scamparlo alla morte. Spesso c’era più di un santo dipinto in alto sulle tavolette, la Madonna c’era quasi sempre, e poi i santi, magari di lì vicino. Dove cerano santuari o chiese dedicate a loro.
Forse quando c’era più di un santo voleva dire che era un miracolo... miracoloso!! che aveva sfidato qualsiasi legge della fisica, della chimica soprattutto della logica. Anche i fulmini erano rappresentati sulle tavolette votive. Si vedevano dei lampi che entravano da una finestra e lì vicino un bambino disteso su un letto, che rimane illeso al fulmine che era caduto a pochi centimetri dal materasso.
Quello dei fulmini meriterebbe un capitolo a parte: non erano degli animali o carri che mettevano a rischio la vita delle persone. Ma agenti atmosferici che giungevano dall'alto, quasi da un'altra dimensione, forse non divina. Ma diabolica. Come se satana avesse preso di mira quella casa compreso chi ci abitava, colpendola, ma poi c’era dio che aveva deviato la traiettoria del fulmine. Una sfida iniziata fuori dal nostro mondo.
Le tavolette votive a volte venivano dipinte anche per guarigioni straordinarie: un arto che non dava segni di vita da anni, e poi improvvisamente si muoveva. E allora si illustrava di come il miracolato prima era sul letto sofferente, e poi in piedi, portando in mano l’arto guarito, come segno di gratitudine verso il santuario.
Penso che siano almeno quarant’anni che non vengono più disegnate tavolette votive. E sarebbe interessante capirne il perchè!! Intenet non ha nessuna colpa in tutto questo, diciamolo! può avere tante pecche, ma l’informatica sulla scomparsa delle tavolette non c’entra nulla! Tra la scomparsa delle tavolette e l’avvento di internet ci sono alcuni decenni nei quali c’è un’enorme assenza, non so se di fede o di presa di coscienza, su come alcuni miracoli, alla fine, si “possano spiegare”.
Tra cielo e terra c’è tanto spazio. E per riempirlo ci possiamo sbizzarrire come vogliamo: con tavolette votive, con la logica e anche con tanti punti interrogativi che riempiono tutto lo spazio vuoto. Dove non ci sono uomini, né case, né alberi. Ma solo aria. Ma anche quella composta sempre da qualcosa. Forse da pensieri.
I pensieri avranno sostituito le tavolette votive: sono soprattutto personali e poche volte vengono divulgati. Con i pensieri possiamo disegnare tutto quello che vogliamo: anche quello che ci aspettavamo che succedesse. Ma non è successo…
Mario Ciro Ciavarella Aurelio