Mario Ciro Ciavarella Aurelio

San Marco in Lamis, lunedì 15 Giugno 2020 - Non era nemmeno scoccato mezzogiorno, che due gabbiani stavano togliendo qualcosa dalla sabbia. Come due bagnini che avevano appena finito il loro turno di lavoro, tra sedie sdraio e ombrelloni, troppo appesantiti da un sole ormai vecchio di appena tre giorni. Nei becchi dei due gabbiani vennero notate delle collanine. Erano quelle colorate che vengono vendute da extracomunitari che girano tra gli ombrelloni. Collanine dove sopra ci sono spesso dei nomi. E se ne vengono ritrovate due, è facile che sopra ci siano scritti i nomi di uomo e di donna.

Ritrovate insieme: collanine e nomi. Non si possono dividere delle vite che sono state insieme anche per poco tempo. Quando si perde qualcosa, si perde insieme, nello stesso posto. Clessidra e sabbia stanno sempre insieme, anche quando si rompe la clessidra: un po’ di sabbia rimane sempre dentro le due ampolle.

 I due gabbiani, litigando in volo, fanno cadere le due collanine su un ombrellone e lì rimangono. Fino a quando l’ombrellone non viene chiuso. Il proprietario dell’ombrellone vede che lì vicino, sulla sabbia, ci sono due collanine, questa volta una dentro l’altra. Quasi come se si fossero abbracciate. Non sappiamo se i loro proprietari si abbracciano ancora, o se i loro cuori sono lontani. Ma l’estate scorsa stavano insieme: è sicuro.

  Da pochi giorni gli ombrelloni sono stati riaperti, dopo un anno di chiusura. E dopo soprattutto tre mesi di chiusura completa per colpa di un nuovo virus che nessuno ancora ha imparato a conoscere bene. È un morbo che arriva dall’Oriente, con tutti i suoi misteri e continua a non farci vivere come Natura detta: d’estate al mare e d’inverno sulla neve

 Quest’anno non è andata proprio così. Anzi, non è andata proprio!! Ma in un modo che nessun umano potesse prevedere. Stiamo vivendo un’intera stagione che non ne rappresenta nemmeno una delle quattro ufficiali. Un’eterna stagione che sta facendo arrivare prima del tempo i gabbiani sulle spiagge, e gli ombrelloni stanno vivendo una strana solitudine. Gli ombrelloni penso che siano come alcune piante domestiche: hanno bisogno di ascoltare gente che parli per crescere meglio!!

 Non è che l’ombrellone cresca(!?) ma rimane piantato per molto tempo, almeno per tre mesi, riuscendo a reggere tutti i vestiti appesi e ad opporsi al vento forte che d’estate spesso si fa sentire. La loro grandezza rimane sempre quella, ma sembra che abbiano più vigore, autorevolezza. Dei signori ombrelloni!!

 Un’estate che sta finendo. È incredibile, una stagione che ancora non nasce, ma già sembra che stia per vivere i suoi ultimi giorni. Caldi, almeno questo, ma ultimi giorni di sole. La strana malattia che sta interessando tutto il mondo è talmente imprevedibile che nessuno sa quando “farà” iniziare l’autunno. Lo diciamo in senso sociale e non in senso di temperature.    

 I granelli di sabbia si preparano a sopportare pochi pesi e altrettanta pochissima immondizia che li ricoprirà. Anche la sabbia ha una sua coscienza: sa quello che l’aspetta, nel bene e nel male. Spiagge assolate, meno sporcate e meno frequentate. Forse non stiamo dicendo nulla di strano se vogliamo intendere la bellezza del Creato: l’affollamento e il disordine non è mai stato contemplato “In Principio”

 Ho una strana speranza: questa estate vorrei tanti copricapi estivi, di quelli che le signore sfoggiano in spiaggia!! Quei mini ombrelloni portatili, con fiocchi e altri piccoli oggetti che danno personalità a quel cappellino (o cappellone?) speriamo che ne arrivino tanti. Da fare ombra anche a quello che hai in mano e stai mangiando, darebbero un senso di folla, di “assembramenti”.

 La parola chiave del 2020. Assembramenti: tanta gente insieme, che sta in un luogo, spesso senza nessun motivo. Ma giusto per dire: ci siamo ancora. Quest’anno in spiaggia dovremmo assembrarci! Ma sempre ad un metro di distanza uno dall’altro. Anche se ci fosse questa unità di misura che la gente sta misurando quotidianamente, sarebbe sempre folla! gente!

 Intanto i gabbiani che stanno arrivando, ci guardano dall’alto, pensando che l’inverno stia alle porte. Ma non sanno cosa fare: se atterrare e recuperare tutto quello che da pochissimi giorni alcuni bagnanti hanno dimenticato sulla spiaggia, o ritornare tra qualche mese. Quando l’estate   sarà realmente finita. Gli ombrelloni saranno chiusi per un anno. E le promesse scambiate in riva al mare (forse) saranno mantenute.

 La nuova misura per l’umanità tra pochi giorni non sarà più “un metro”, ma “il gabbiano”. La sua presenza ci dirà se la bella stagione è già finita o sta per iniziare…

 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio