Lella Franco

San Marco in Lamis, venerdì 10 aprile 2020 - Avevamo fatto una promessa, cioè quella di non piangere e di essere forti, in questi giorni di vite sconvolte... Ci ricorderemo i numeri degli ammalati, di quelli che non ce l' hanno fatta, di chi ci ha lasciato improvvisamente, delle bare in fila a Bergamo, dei necrologi interminabili, dei cadaveri ammassati, ignudi, chiusi in sacchi di immondizia nera... Ci ricorderemo dell'odore dell'alcol, delle mascherine introvabili... Ci ricorderemo delle file davanti i supermercati, delle saracinesche abbassate, delle strade vuote, delle città deserte... Ci ricorderemo del silenzio, di quel silenzio che ci faceva tremare di notte...

Ma oggi, più che mai, il mio RICORDO, va ad un passato vicino e lontano... Al profumo del cioccolato rotto di quando ero bambina... Alle casacche panna, indossate da me e mia sorella, quando ci vestivamo uguali, ricamate dalle sapienti mani di mia madre e indossate con il gonnellone a pieghe e le scarpette chiare... Poi si cresce e si parte. E il mio ricordo va
alle nottate trascorse in treno il mercoledì dopo le lezioni...Arrivavo a casa il giovedì santo alle 8:00 di mattina nella casa paterna. Sapeva di nuovo con i suoi mobili lucidi e bianchi...La tazza di caffèlatte e l'immancabile fatta di "canestredd", fatto sempre dalle mani d'oro di mia madre...

Si disfava la valigia, una doccia e via, finalmente, per le strade del paese (da dove tutti noi siamo scappati, ma dove vogliamo, poi, tutti tornare). La "visita ai sepolcri" del giovedì sera e prima di andare a letto, si cercava il santino della Vergine Addolorata e lo si metteva in tasca. Era sempre lì, nel cassetto della cameretta ... La sveglia all'alba del Venerdì santo... L'appuntamento dal giorno prima, con le amiche del liceo, di passeggio e l' uscita di casa quando era ancora buio e non avevamo paura...No! perché sembrava " mezzjiurn", anche se si vedevano ancora le stelle. La gente che scendeva in paese , diretta verso l'Addolorata...

Non c'erano i cellulari, ma ci ritrovavamo sempre in mezzo la folla. Intanto la Madonna s'incamminava e il cielo si faceva rosa, violetto e poi azzurro.. L'aria era frizzantina e gli uccelli accompagnavano lo Stabat Mater che iniziava ad echeggiare nelle vie... Allora, io prendevo la mia figurina dalla tasca e iniziavo anch'io, con commozione, a cantare. Ecco! Io mi ero ripromessa di non piangere...ma in quest'alba deserta, riecheggia uno Stabat Mater solitario e forse , più che mai, oggi comprendiamo la passione di Cristo e il dolore di una Madre che cerca e non trova suo Figlio. Buon Venerdì Santo a tutti

 

di Lella Franco