Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, martedì 24 marzo 2020 -  Come Alice attraversò lo Specchio per conoscere mondi animati che non esistono nella Realtà, e che cercano di suggerire come vivere se la nostra realtà non ci piace; allo stesso modo molti umani, spesso, vogliono vivere in dimensioni che non riescono a scalfire con i propri sensi. Poiché chiusi in un ovattato mondo nuovo. Fatto solo di sguardi non sempre sereni: viviamo una nuova era, dove la vita e la morte si stanno fondendo. Senza preavviso.

Siamo tanti personaggi di fantasia che a volte cercano il Bianconiglio per farsi trasportare fuori dal Mondo. A costo di incontrare altrettanti personaggi strani che possano darci istruzioni per evitare il Mondo Reale. Di adesso. O che ci facciano da guida per cercare nuove vie d’uscita dalla Tana e ritrovarci in una nuova Terra. Senza nemici. Tra amici e nemici a volte il passo è breve: spesso nella vita le opinioni cambiano.  

Gli Specchi di oggi sono diventati Vetri. Dove, da una parte ci sono i “sani” e dall’altra quelli che “non lo sono più”. Uno spartiacque che mette paura. Fuori dalla Tana e dentro un’altra Tana. Non sappiamo quando le due Tane potranno invertirsi: può succedere anche questo! chi non sta bene oggi potrebbe guarire, e chi sta bene adesso in pochi giorni potrebbe non esserci più… strane le Tane.

Il Bianconiglio vuole essere (in)seguito: è nato per quello, per vedere le nostre anime fin dove possono/vogliono spingersi! In questo caso la nostra lepre è il virus!! Quello nato da pochi mesi: ci insegue e noi cerchiamo di non farci prendere, altri lo inseguono per non farlo correre più. Un susseguirsi di lotte tra guardie e ladri. Tra la legalità e l’illegalità. Ma questo vale nel mondo degli uomini: in Natura le regole sono abbastanza diverse, la legalità è un limite che nessuno ancora capisce fin dove possa arrivare…

E le nostre anime sempre in mezzo: o meglio, dietro ad un vetro. Adesso. E dentro quel vetro filtra tutto ciò che abbiamo imparato in vite intere. Un filtro che trasuda tutto quello che è stato di noi: nel bene nel male. E davanti quel vetro le nostre anime. Che adesso non possono parlare, e se lo fanno non urlano, ma mimano lo stato d’animo del momento. Richiamano con le labbra, le ansie e gli amori che ci sono stati. E aspettano risposte: dalle anime che stanno di fronte. Anche lì ci sono anime! e labbra che si dimenano: un quasi muto parlare che rende tanto, però.

Davanti alle anime ci sono vetri che non si possono aprire. Ma hanno spiragli di intermittenze vitali: quasi piccole resurrezioni dei corpi con anime ancora dentro. Non possono ancora uscire. E se lo fanno, quei vetri si rompono: non avranno più senso le loro esistenze. Davanti alle anime c’è una ricerca già fatta: l’eternità sta facendo il suo decorso. Anche se la vita, ostinatamente continua…

 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio