Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, Lunedì 3 dicembre 2018 -  Non siamo nati solo sotto il simbolo del nostro segno zodiacale (lo diciamo per farci comprendere da tutti…), ma anche sotto altri simboli che ci accompagnano da sempre, dalla nascita fino alla morte. Per noi occidentali questo simbolo è quasi sempre la croce; per gli orientali lo è la mezza luna; e per gli altri abitanti di questo pianeta, i simboli sono la stella di Davide per gli Ebrei e quello che rimane per il resto dell’umanità.

 Gli atei sono senza simboli: non ne hanno bisogno, agiscono secondo coscienza, e senza dogmi a cui “dare retta”. Ma il tutto nasce da una  semplice frase composta da due parole: “In principio…”, il bello è che dal principio, il discorso dei simboli con i quali saremo costretti a convivere, non è che cominci bene!

 “Elhoim”, la terza parola della Genesi è plurale! Quindi ci furono delle divinità che fecero i cieli e la terra. Ed è da qui che si cominciano a mischiare simboli e parole! (cominciamo bene…), questo concetto essenziale per approcciarsi allo studio semantico di tutto ciò che ci circonda, come religioni e simboli, è ben espresso e divulgato nella pubblicazione “Symbolicum” di Maria Tenace (Ediz. Mondadori, 2017). Dove si parte subito chiedendosi a quale santo votarsi? Ma anche a quanti santi!! Soprattutto per noi Occidentali abituati a “ragionare” in un certo modo.

 Ricordiamo subito (così ci togliamo il pensiero) che ognuno di noi è soprattutto la sua radice: dove si nasce e si vive, è lì che si forma la nostra personalità e cultura. In questo saggio di Tenace, che ho letto con molto piacere, ho ritrovato situazioni già conosciute: simboli che affollano la nostra mente, indottrinata dalla nascita, difficilmente vengono aggiornati. Voglio dire, vengono aggiornate alcune dottrine, ma i simboli non si toccano.

 La croce di Cristo è sempre quella, non è mai stata “manomessa” artisticamente. Come anche la mezza luna dell’Islam e la stella di Davide. E questo fatto mi ha fatto pensare non poco. Forse perché se i simboli vengono modificati, potrebbero esserci delle divergenze di vedute tra i fedeli? Come dire: se la croce non è più quella, ma viene rappresentata come una “X”, e allora quale messaggio subliminale, i “dirigenti” del Cristianesimo vogliono inviarci? I simboli non vengono toccati per non far nascere dubbi.

 Il libro di Maria Tenace ha un excursus molto efficace e diretto: parte dal Principio di ogni cosa, per arrivare alla Cabala, un incredibile cifrario ebraico sul quale si può dire tutto e niente, non a caso ci sono scuole di pensiero di rabbini che “spiegano” la Cabala. I simboli vengono usati dagli albori di tutte le religioni, poiché millenni fa non tutti sapevano scrivere e  leggere, ma solo guardando una figura o un volto, si riusciva a capire di quale “parrocchia” si facesse o volesse far parte.

 La prima divinità venerata anche senza nessun dogma è stato il sole. Tutto parte da lì: è lui che regola il giorno  e la notte, quindi la vita e la morte per gli antichi. Poi si passò in varie fasi, da un modo di credere politeista (Elhoim) a quello monoteista (YHWH).

 Tenace quando tratta l’argomento Cristianesimo-Ebraismo, subito mette in guardia: “La differenza fondamentale tra le due religioni sta proprio nel fatto che l’Ebraismo non riconosce Gesù come la figura del Messia preannunciato nelle profezie, mentre il Cristianesimo, sì”. E anche in questo caso i simboli delle due religioni… fanno a cazzotti. Successivamente vennero aggiunti al Vecchio Testamento, i Vangeli ed altro nel Nuovo Testamento, e a quel punto per alcuni la frittata era ormai fatta: due religioni che non riuscirono a convivere fin dall’inizio!

 Maria Tenace poi si “avventura” in un nuovo aspetto della creazione dell’uomo, considerando il “simbolo” Adamo: “Hanno fatto prima il maschio, un gruppo di uomini primordiali che noi conosciamo come l’Adam, e con ogni probabilità, come si asserisce, lo hanno fatto con un intervento di ingegneria genetica?” questa teoria sta tornado in auge dopo la scomparsa dello scrittore armeno Zacaria Sitchin, il quale con tavolette sumere alla mano, parla di alieni che avrebbero fatto degli innesti genetici nell’uomo centinaia di migliaia di anni fa.  

Questa branca che viene definita Paleoarcheologia, viene considerata negli ultimi anni dalla scienza ufficiale, visto e considerato che gli aneli mancanti nella storia dell’umanità sono più di uno. E poi abbiamo il simbolo per eccellenza: il nome di dio, YHWH. Sappiamo come si scrive,  ma non sappiamo come si pronuncia!! Simboli. Ecco come tutto torna, abbiamo sempre bisogno di simboli per comunicare con gli altri, soprattutto  per convincerli.  

 Il nome di dio è impronunciabile, prima di tutto perché è peccato nominarlo, e poi nelle lingue semitiche non ci sono vocali, ma solo consonanti. La simbologia descritta dalla Tenace nel suo libro, mette in  evidenza anche il timore che spesso i simboli incutevano: ciò che non era conosciuto, era meglio non sapere.

 Ogni storia ha un inizio, possibilmente molto preciso. E secondo gli Ebrei, il Mondo nacque esattamente 5.579 anni fa. Anche i numeri hanno un valore simbolico, anche se in questo caso gli Ebrei cercano di convincerci che sia così!! I numeri si devono ricordare: altrimenti quella storia narrata non potrebbe essere credibile.

 E in ogni storia ci devono essere dei personaggi. E come sappiamo i primi sono stati Adamo ed Eva. In verità, prima di Eva c’era un’altra donna, Lilhit, “che secondo la tradizione fu creata nello stesso modo di Adamo, dalla Terra e non dalla costola del primo uomo come Eva”. E questo passaggio per la Tenace è molto importante;: migliaia di anni fa, la donna non poteva essere uguale ad un uomo, nemmeno come modo di nascere. Quindi, anche la Bibbia delle origini venne modificata… ad immagine e somiglianza degli autori (plurale maschile!!)

 E poi si arriva alla mela!! Che poi non era una mela, ma un frutto! Non si sa quale, probabilmente venne scelta la mela poiché in latino si scrive “malum”, male. Il frutto del peccato divenne la mela. I primi simboli che abbiamo conosciuto da fanciulli sono quelli di Adamo ed Eva: la mela, il serpente, l’Albero del Bene e del Male. E tutto questo si troverebbe da sempre a Gerusalemme, dove Gesù venne crocifisso? Improbabile: molto probabilmente l’Eden si trovava in Persia, nell’attuale Iran. Nella pubblicazione della Tenace si evidenzia benissimo come le religioni siano di “parte”: il Cristianesimo non può asserire che l’Eden si trovasse fuori dall’habitat naturale dei luoghi dove Gesù visse. Eden, Gerusalemme e Cristo “devono” combaciare, altrimenti la simbologia cristiana non convincerebbe molti adepti.

 Quando qualcuno asserisce da tempo, che la vita umana (intesa come coscienza) sia stata “innestata” da creatori (Elhoim) giunti dalla spazio, molti rispondono che è pura fantascienza!! Ma alcuni rispondono: se questa è fantascienza lo è pure un serpente che parla, e ha in mano una mela!!  Tenace a proposito del serpente biblico: “Porta in se il significato della vita intesa come intelligenza, esso rappresenta la nuova vita legata all’immagine della muta della pelle e al relativo simbolismo della saggezza, abbandonare la vecchia natura umana e carpirne una nuova”, proprio come suggerirebbe la tentazione del serpente nei confronti di Adamo ed Eva.

 Di trinità ne sono più di tre. Come dice Tenace: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo vengono contemplati anche nella mitologia scandinava, dove ci sono Odino, Thor e Freyer. E il numero tre che è molto simbolico, lo ritroviamo anche nell’Induismo: Brama il Creatore, Shiva il Distruttore, Vishnu il Conservatore. Il numero tre è quello più simbolico, e tutte le storie di tutto il Mondo lo considerano come il numero perfetto. Dire  “uno” è troppo poco, dire “due” sarebbe un’antitesi di uno, ma dire “tre” non crea dubbi: c’è sempre una maggioranza che decide.

 I sogni. Ed è lì che nasce o muore la vita di molti di noi, dove la ragione non riesce a spiegare il visibile. Gli aborigeni australiani fanno dei sogni la loro religione: cercano risposte dove la logica arranca. Maria Tenace tratta questo argomento con molto approfondimento, e vorrei ricordare  che noi Meridionali siamo attratti dai sogni. Soprattutto quando vogliamo delle conferme su scelte da fare da… svegli. Quando si sogna, la ragione si arrende, fa decidere all’istinto e al subconscio. Allo stesso modo fanno gli aborigeni, si arrendono alla Natura, fanno decidere a lei cosa suggerirgli. 

 Guardando verso il cielo di notte, i popoli Precolombiani hanno arricchito la loro cosmogonia e quindi la loro simbologia, da farne una cultura straordinaria. Serpenti piumati che arrivano dal cielo, questo rettile lo troviamo anche nella Bibbia, ma in questo caso il significato è molto diverso.

 La conoscenza per gli Aztechi ed altri popoli Centroamericani giungeva dall’alto, da messaggeri simili agli angeli Cristiani ed Ebraici. E poi c’è la costellazione di Orione. Scrive Maria Tenace: “La teoria  della correlazione di Orione è un’ipotesi della piramidologia. La sua principale rivendicazione è che vi sarebbe una correlazione tra la posizione delle principali tre Piramidi della Necropoli di Giza e le tre stelle centrali della costellazione di Orione, e questa correlazione sarebbe stata volontariamente creata da chi costruì le Piramidi”. E qui per la prima volta nella storia dell’umanità troviamo due “mondi diversi”, Egitto e America Centrale hanno in comune monumenti imponenti costruiti chissà quando e da chi. Lasciando  perdere per un momento la storia ufficiale, che spesso data eventi anche se non c’è una certa autenticità.

 La piramide. Un “oggetto” che lo ritroviamo anche come simbolo della Massoneria, la quale si rifà agli antichi riti Egizi. Ma come è possibile che  evocare un oggetto, potremmo avere degli effetti benefici sul genere umano? Il discorso è serio ma di difficile soluzione. Come nelle preghiere: ma come è possibile recitare delle parole, e si possa avverare quello che si è chiesto? 

 Quindi, oggetti e parole possono avere un potere taumaturgico molto rilevante? La simbologia nel libro “Symbolicum” di Maria Tenace è piena di questi esempi, ed è molto esplicativo e senza dubbio convince, che viviamo in un mondo che noi umani abbiamo fatto a nostra immagine e somiglianza. Solo che le somiglianze sono troppe: forse tante quante siamo noi singoli.

 “Symbolicum” di Maria Tenace ci porta molto lontano e arriva da altrettanto lontano. Dalle religioni fino ai miti. Questi ultimi non sono diventate delle religioni poiché non hanno trovato terreno fertile in quei momenti storici, ma anche perché le “nicchie biologiche” spirituali erano già tutte occupate. Una pubblicazione utile anche per capire che quando le religioni non sanno spiegare tutto, con i simboli ci arrivano vicino e soprattutto vengono recepite da tutti.

 Nell’era di internet i simboli non sono scomparsi, ma sono aumentati, solo che sono simboli non spirituali e abbastanza profani. Comunicare lo è stato molto importante anche in tempi remoti, come quando un fulmine cadendo sul terreno, veniva raffigurato come un dio che si era arrabbiato e che bisognava portargli rispetto.

 In pratica divinità fin troppo umane: irose, simpatiche, antipatiche, gelose, invidiose… e tutto ciò che nell’Olimpo, come sulla Terra si può trovare.

 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio