Raffaella Rendina
San Marco in Lamis, giovedì 16 luglio 2015 - Come ormai da tradizione anche quest’anno i due amanti del territorio garganico, Mario Fabbri e Severino Stea, si sono ritrovati per dar seguito al loro girovagare. Che siano valli impervie, assolate, irte o “dolci”, custodi di storie millenarie, le percorrono per svelare i loro segreti. Le escursioni, programmate leggendo con attenzione le carte dell’IGM o semplicemente dettate dalla curiosità dell’aspetto geo- morfologico dei luoghi, hanno come scopo nuove perlustrazioni o, come in qualche caso, ricontrollare con maggior attenzione e consapevolezza segni ritrovati in precedenza.
A quest’ultima appartengono l’uscita nella valle denominata Valle Salerno, in agro di San Giovanni Rotondo, in cui già nell’aprile dello scorso anno, in un riparo a mezza costa, i due hanno ritrovato una pittura parietale raffigurante, presumibilmente, un sole in ocra rossa e alcune incisioni. La pittura è molto simile a quelle ritrovate tempo addietro da Fabbri e Stea nell’adiacente Valle del Sorbo il cui studio e relativa documentazione sono state pubblicate di recente negli “Atti del 34°Convegno Nazionale di Preistoria, Protostoria e Storia della Daunia”. Inoltre nella perlustrazione nella Valle del Sorbo, sul versante opposto al riparo delle pitture, hanno rinvenuto diverse incisioni.
Nello stesso giro di escursioni i due hanno voluto ripercorrere la Valle del Surdo, una valle stretta e angusta in agro di Manfredonia la quale, nella parte più alta, cela all’interno di un riparo una serie notevole di incisioni già individuate nel lontano 2003. Quindi per un’analisi più attenta e precisa si sono avvalsi, nel sopralluogo, della compagnia del prof. Armando Gravina.
Ci si augura che il Gargano, museo a cielo aperto, riservi ancora altre sorprese.