Mario Ciro Ciavarella Aurelio

San Marco in Lamis, mercoledì 22 agosto 2018 -  Adesso c’è il problema di cosa dare come elemosina ai monaci tibetani. I buddisti, per intenderci. Quelli grassi, per intenderci ancora di più. Questi vivono solo di elemosina, quindi carità. Non lavorano, pregano, anche se pregare per loro è un modo di dire. Ma recitano dei “mantra”, formule ripetitive come pratica meditativa. E quindi, zero movimento in tutti i sensi. E l’obesità aumenta. Pensandoci bene, visto e considerato che il buddismo non è una religione, ma una filosofia di vita, e che quindi non credono in dio e nemmeno in un’altra dimensione spirituale dopo la morte, ma credono nella reincarnazione.

 Una volta che un monaco buddista muore, si può reincarnare in un animale…  magro?? oppure in un altro essere umano più grasso del monaco di quando era in vita?? Questa mi è venuta così, una considerazione forse fuori luogo, ma la domanda è nata spontanea. Ritorniamo a quello che questi monaci ricevono come elemosina, e sembra che le loro dimensioni corporee aumentino per i troppi dolci che ricevono dai loro devoti.

 Una carità fin troppo dolce! È quello che si è riuscito a capire da quando troppi monaci stanno ingrassando a perdita d’occhio. Però un dubbio viene: e allora anche Buddha che visse oltre 2.500 anni fa, riceveva soprattutto offerte in dolciumi?? Avete mai visto una statuetta di Buddha magro? È sempre raffigurato grassottello e seduto nella posizione del loto.

 Qualcuno ci vorrebbe far credere che millenni fa, le massaie dell’epoca come economia domestica scegliessero di comprare tanti di quei dolciumi, e che si potevano permettere di fare la carità con caramelle acquistate in quantità industriale? Oppure è proprio il loro modo di melodiare che li fa ingrassare, indipendentemente dalla dieta??

 Mistero delle fede buddista! Scusate, e questo non lo possiamo dire, sempre per il fatto che i buddisti non sono credenti in nessuna divinità. E allora dovrebbero mettere dei cartelli per avvisare i loro benefattori, tipo:  “Fateci la carità, però con alimenti senza un tasso glicemico alto, ma solo tutto ciò che non faccia aumentare nelle analisi: la glicemia, il colesterolo, le transaminasi e tutto ciò che non fa ingrassare”.

 Forse la loro mole corporea aumenta non solo per i troppi zuccheri che mangiano, ma anche per il fatto che non si preoccupano di nulla: vivono alla giornata, come si dice in questi casi. Non hanno denaro, né proprietà mobili e immobili, ma hanno solo il loro saio (kesa) e la ciotola dove ricevono le elemosine. E ingrassano felici! Tutto quello che noi definiamo  “grasso adiposo”, loro lo considerano un bene, come una proprietà… immobile.

 Il grasso orientale non è dato dal benessere, ma dalla loro mente completamente svuotata da pensieri e parole, che invece affollano la mente di gente sempre alla ricerca della felicità. E che forse la trovano. 

 Soundtrack: “Gelato al cioccolato” - Pupo

 Film recommended: “Sette chili in sette giorni” con Carlo Verdone  

 

Mario Ciro Ciavarella Aurelio