Antonio Del Vecchio

San Marco in Lamis, martedì 21 novembre 2017 -  Sul tema dell’educazione antimafia, la scuola non è ultima, a San Marco in Lamis. Non lo è, né poteva esserlo soprattutto quest’anno dopo l’uccisione dei fratelli Luciani, vittime innocenti della ferocia mafiosa, allorché intenti a lavorare i propri fondi per sostenere col sudore della fronte le rispettive famiglie. L’impegno delle istituzioni educative in questo campo è per davvero notevole e a largo raggio, come si evince dall’apposito progetto che investe le scuole di ogni ordine grado del luogo, a cominciare dalle fasce dell’obbligo per finire alle Superiori.

 Il tutto parte dall’Ic “De Carolis”, dove sono impegnati con le rispettive specificità le tre classi della media, comprese quelle dell’Ic “Balilla-Compagnone-Rignano” e si va su fino alle varie articolazioni e sezioni dell’IISS”Giannone”. A quanto si apprende, il discorso educativo scolastico sarà integrato con lezioni ad hoc, impartite dai docenti di diritto degli Istituti Superiori ed una tantum da altri esperti prescelti nella società civile e nel campo dell’anti-mafia o addirittura da esponenti che hanno subito sulla loro pelle gli effetti negativi della criminalità. Il riferimento è a Daniela Marcone, figlia di Francesco, ucciso il 22 marzo 1995 per il suo rigore e fedeltà al propria funzione e dovere di dirigente dell’Ufficio del Registro di Foggia.

Quest’ultima dovrebbe salire in cattedra per conto della scuola prima di Natale. Gli altri incontri si susseguiranno durante l’intero anno scolastico. A proposito dei Luciani, c’è un capitolo a parte in programma. E’ prevista l’adozione a loro nome o di altri vittime similari, specie pugliesi, cui dedicare una particolare iniziativa o ricordo. Tutto questo a significare che il loro ricordo-sacrificio non è stato vano e non sarà mai dimenticato. Anzi sarà coltivato e tramandato nel tempo tramite le nuoce generazioni . Ciò serve non tanto ad impedire il ritorno della ferocia, quanto per costruire la pace e la serena convivenza della comunità. Per quanto riguarda la “De Carolis” la programmazione specifica, già a buon punto, fa capo alla docente referente Maria Del Mastro, persona sensibile e vicina alla famiglia Luciani.  Secondo il suo dire, la legalità non può essere una materia fine a se stessa, ma implica un fattore prettamente morale, che informa l’intera azione educativa. Senza di esso l’educazione non avrebbe alcun senso e fine.

Tanto vale nell’ordinarietà dell’attività educativa, ma lo è di più soprattutto nella straordinarietà, allorché ad essere colpiti dalla piovra sono gli innocenti, come i fratelli Luciani. Come per la “De Carolis”, anche per le altre scuole e plessi ci sarà  un docente referente. Ecco i temi e le azioni salienti da mettere in essere nelle rispettive scuole. La prima media  approfondirà durante il percorso le regole nei diversi aspetti (conoscenza dei diritti e doveri che regolano la vita nella scuola, nella famiglia e nella comunità; individuazione dei custodi delle regole in classe e fuori; regolamento dell’Istituto e corresponsabilità;  invito figure esterne; coinvolgimento dei genitori e delle associazioni locali). Per la II media, il tutto verterà sull’ambiente, la raccolta differenziata e il riciclaggio. Per la terza media e il biennio delle scuole superiori, il programma è più complesso e riguarda specificamente il tema in parola.

Oltre all’adozione di una vittima della mafia e alle lezioni di diritto, l’elenco delle cose da fare comprende: filmografia sul tema;  incontri comparati con le associazioni specifiche (Libera, Presidio Antimafia, Legambiente, ecc.);  partecipazione su base volontaria al concorso di poesia sull’argomento promosso e condotto dal “Sentiero dell’anima”.  Per il resto la questione  è in discesa rispetto al passato. Tutto questo, secondo la Del Mastro, starebbe a significare che l’odierna comunità è matura e che l’omertà, imperante una volta nei piccoli centri dove tutti si conoscono, è ormai un vizio antico e lontano.