Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, giovedì 21 settembre 2017 - Verso la fine dell’800 qualcuno era quasi riuscito a farci parlare a tutti la stessa lingua. Se l’esperimento fosse riuscito forse non ci sarebbero state tante incomprensioni tra esseri della stessa specie: quella umana!! Esperanto. Questa la “lingua magica” che tra il 1872 e il 1887 venne sviluppata da un oftalmologo polacco di nome Ludwik Lejzer Zamenhof. Scopo di questa nuova lingua era di far dialogare tutti i popoli della Terra in modo che ci fosse comprensione e pace; una seconda lingua semplice ma espressiva, appartenente all'umanità e non ad un solo popolo.

 In pratica, per esprimere un concetto qualsiasi, si sarebbero usate delle parole prese tra alcuni vocabolari, tipo: una parola in inglese, la successiva in tedesco, e così via fino a coinvolgere più lingue per ogni concetto espresso. Purtroppo l’esperimento non riuscì. Se fosse riuscito, dall’epoca fino ad oggi, forse avremmo evitato le due guerre mondiali più qualche altra disgrazia in più prodotta da noi Specie Imprevista!! E vi sembra poco? Eh sì, perché, i pacifisti dicono sempre che bisogna dialogare per evitare brutture non degne di noi specie eletta!!

Me se il dialogo avviene tra popoli che parlano lingue diverse, l’accordo pacifico sarà molto più difficile da raggiungere in tutte le questioni. Quindi, il fatto che l’esperanto non sia riuscito nel suo intento, non ci ha fatto evitare gli eventi avversi di cui sopra. Essendo l’unica specie, quella umana, a costruire un linguaggio, l’occasione persa è troppo dolorosa. Infatti, il nostro cervello è biologicamente predisposto alla costruzione di lingue basate sulla ricombinazione delle parole.

Studi con risonanza magnetica funzionale confermano le tesi di Noam Chomsky formulate negli anni ‘50 del secolo scorso.
Poiché abbiamo un cervello fatto in un certo modo, possiamo parlare e scrivere, cioè comunicare in un modo diverso dalle altre specie. E ci pare poco?? Voglio dire, ma ci rendiamo conto dell’occasione persa? Se chi di dovere avesse messo in atto in tutte le scuole dell’epoca lo studio dell’esperanto, non saremmo come siamo!!

Incomunicabilità, alienazione, i grandi mali dell’uomo del Novecento, avremmo anche evitato alcuni film di Michelangelo Antonioni, che su questi problemi esistenziali è diventato famoso. E noi paranoici e depressi. Se avessimo parlato tutti la stessa lingua, saremmo stati più felici: avremmo capito tutto quello che gli altri ci avrebbero detto! Se poi vogliamo andare molto indietro nel tempo, c’è un luogo dove venne costruita una grande torre, Babele. Forse è da lì che provengono tutti i mali del mondo. Probabilmente tanti millenni fa, i popoli parlavano tutti la stessa lingua. Poi, come già ben sappiamo, si volle arrivare a sfidare la grandezza di dio, e questi si mise dalla parte giusta: non si fece fregare. E mischiò tutti gli idiomi fino a quel momento conosciuti.

Evidentemente prima della torre di Babele c’era già l’esperanto (o qualcosa del genere), e forse funzionava anche bene, considerato che il Diluvio Universale avvenne dopo. Quindi, l’esperanto esisteva già: da subito dopo la morte di Abele per mano di Caino fino alla costruzione della torre di Babele. Poi, dio avendo paura della concorrenza umana, mischiò le lingue e non volle che tutti parlassero allo stesso modo.

Quindi, siccome sappiamo scientificamente che siamo l’unica specie vivente su questo pianeta che è capace di avere un linguaggio grazie al nostro cervello che è biologicamente predisposto alla costruzione di lingue basate sulla ricombinazione delle parole, perché non tentare di rimettere in moto le nostre sinapsi per inventare un nuovo linguaggio universale, sperando che questa sia la volta buona?

Magari questa nuova lingua la facciamo inventare a Donald Trump e al nord coreano Kim Jong-un, e noi seguiremmo alla lettera tutto quello che loro decidano quale debba essere il nuovo vocabolario universale. Escludendo da questa nuova lingua termini onomatopeici, quelli per intenderci che imitano il rumore di missili e mitragliatrici.

Soundtrack: “La Torre di Babele” - Edoardo Bennato

Film recommended: “Lettere d’amore” di Martin Ritt

 

Mario Ciro Ciavarella