Mario Ciro Ciavarella
San Marco in Lamis, venerdì 1 settembre 2017 - Dal presente articolo la rubrica “Copia conforme” cambia il titolo in “La specie imprevista”. Anni fa il tutto nacque come “Fantapolitica”, poi “Il (dis)senso della vita”, “Copia conforme” ed ora non mi è rimasto che intitolarla “La specie imprevista”. Purtroppo i tempi stanno velocemente cambiando in peggio, e quello che è stato teorizzato da più di uno scienziato, sta diventando una (quasi) certezza: la coscienza dell’uomo non è certo che sia quella superiore a tutte le altre esistenti in natura. Ma potrebbe essere benissimo non il gradino ultimo dell’evoluzione, ma il primo, quello più in basso. (Sperando che non sia vero…)
Inauguriamo il nuovo titolo di questa rubrica con l’articolo: L”uomo delle postille”.
Immaginate la Divina Commedia senza le postille, le indicazioni marginali (titoletti, note ecc.), composte in corpo piccolo, che in alcuni libri sono adottate per facilitare l’intelligenza del testo o la consultazione. Sarebbe un diluvio di parole, concetti e personaggi che solo l’autore saprebbe interpretare e godere della bellezza.
Fortunatamente ci sono centinaia di studiosi di Dante Alighieri che hanno analizzato a fondo il capolavoro del Poeta fiorentino e noi fortunati lettori sappiamo tutto della più grande opera letteraria di tutti i tempi.
Il tutto grazie proprio alle postille, che spesso andiamo a leggere prima del testo vero e proprio.
Tutto questo se viene espresso non su un libro ma a voce, possiamo benissimo immaginare un uomo (o una donna) che spiega dal vivo quello che un’altra persona sta spiegando a sua volta.
In pratica una postilla vivente. Che ci aiuta ad interpretare meglio il mondo delle idee. Però, come spesso accade, quello che “postillo” io potrebbe essere diverso dalle “postillazioni” di un altro. In sintesi: ognuno la pensa come vuole. Anche in campo religioso, e forse soprattutto in quel campo, le postille e le interpretazioni sono tante.
In provincia di Cuneo, a Ceva, c’è il signor Giuseppe D. che sta diventando l’incubo di sacerdoti e predicatori. Non accetta ad occhi chiusi, tutto quello che gli viene spiegato della Parola di dio, ma vuole anche lui fare delle precisazioni. Postille, appunto.
Entra in chiesa cristianamente parlando, non disturba nessuno, ma nel momento in cui il sacerdote inizia a fare la predica, il signor Giuseppe D. si alza dal banco e dice la sua su quello che gli è stato appena spiegato. In diretta, come se fosse una traduzione simultanea da una lingua ad un’altra.
In pratica mette i puntini sulle “i”. E fa bene!!! Secondo me fa bene. Anche lui può dire la sua in fatto di Fede. Ma chi l’ha detto che bisogna avere la patente per dire che dio è buono, misericordioso, che il Paradiso esiste e tutto ciò che ogni bimbo apprende dal catechismo?
Per mettere un freno alle predicazioni laiche del signor Giuseppe D., il vescovo di quella diocesi ha affisso un avviso diretto proprio “all’oratore errante”, intimandogli di assumere un “comportamento corretto quale credente, ma non ministro ordinato, e pertanto non deputato a pregare pubblicamente, alterando le parole del celebrante con disturbo per i fedeli, proibiamo di predicare e di esprimersi ad alta voce nel duomo di Ceva e di tutti i luoghi di culto della nostra diocesi”.
In pratica si invita il signor Giuseppe D. di Ceva di non mettere becco su temi inerenti alla fede. Ora, perché un credente non potrebbe mettere delle postille quando un sacerdote predica? Se è tutto un Mistero, perché un sacerdote dovrebbe avere la presunzione di sapere tutto su tutto?
E se la Verità, quella ultima e definitiva la conoscesse proprio Giuseppe D. il quale sta facendo di tutto per farla conoscere anche al resto dell’umanità, andando di chiesa in chiesa per correggere i sacerdoti mentre spiegano il Vangelo??
Il dubbio viene: quando qualcuno “patentato” ti vuole spiegare i misteri della vita ma non ti convince per niente, e nonostante la “patente”; e allora qualcosa non quadra.
Lasciamo Giuseppe D. ad andare dove vuole, a dire la propria anche su argomenti relativi alla Fede. Visto e considerato che la Fede ci viene data dall’Alto e non certamente comprata da qualche parte. E non necessita nemmeno di una divisa e di un pulpito, cose che servono ad altre figure “specializzate nel settore”.
Sound Track: “Nessuno mi può giudicare” - Caterina Caselli
Film recommended: “Le vite degli altri” di Florian Henckel von Donnersmarck
Mario Ciro Ciavarella