Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, domenica 23 aprile 2017 -  Voglio “festeggiare” l’articolo n. 300 di questa rubrica riproponendo quello su Fabrizio De Andrè del 7 luglio 2014. A volte i fantasmi esistono. Ed esistono perché li vediamo. E sono quelli che vediamo perché sono… ancora vivi! Sono quelle persone credute morte, perché non più viste da tempo, ma vive anagraficamente. Anche se lontane dai nostri occhi. Fantasmi d’infanzia.

 La nostra formazione umana inizia con l’infanzia: è da lì che si può diventare, naturalmente, credenti, atei, anarchici, agnostici… oppure niente. Poi, la società ci indirizza verso inquadramenti prestabiliti, e poi la convenzione umana ci clona in modo più o meno simili.

L’infanzia di tutti noi ha avuto come comune denominatore una casa. Quella casa e non altre. Come se quella casa fosse stata la scenografia che ci ha reso migliore l’infanzia colorandola più o meno allo stesso modo. Ma può essere anche una dimora dove l’inizio della nostra vita ha avuto dei momenti quasi traumatici decidendo sul nostro futuro: anarchia o convenzione.

È questa la casa di Sally e di Nina. È la casa dove abitò i primi anni della sua infanzia Fabrizio De Andrè.

È stata una casa quasi di confine, nel senso che il padre del cantautore, antifascista, si rifugiò in questa dimora, con la sua famiglia, dopo aver ripudiato il fascismo.

Adesso questa casa è in vendita e con lei anche i ricordi di infanzia di De Andrè, e con i suoi ricordi d’infanzia anche ragazzine come Sally e Nina; due protagoniste di due canzoni del cantautore: “Sally” e “Ho visto Nina volare”. Due straordinari esempi di anarchia… sentimentale.

Due ragazzine conosciute da De Andrè in questa casa di Revignano d’Asti, durante il rifugio forzato della sua famiglia. I “fantasmi” di Sally e di Nina sono vivi, perchè vivono nelle canzoni di De Andrè, ma anche perché sono donne ancora in vita.

Se De Andrè fosse vivo e potesse rivedere queste due, ormai, signore, li considererebbe dei fantasmi, lontane dalla realtà della sua infanzia: il tempo cambia tutto, anche il nostro modo di concepire il nostro passato.

“Sally” parla del distacco di un giovane dalla propria famiglia, e di conseguenza della conoscenza della violenza, della droga e della prostituzione.

La protagonista, che non è Sally, dapprima vive nell'autorità della madre, che gli raccomanda di non "giocare con gli zingari nel bosco". Con la trasgressione al divieto e l'incontro con Sally comincia la sua avventura nel mondo. E come se questa canzone, per De Andrè, fosse stato… un avviso di chiamata per quella che poi sarà la sua vita: a fianco dei vinti.

L’altra amichetta di De Andrè, Nina, è stato il primissimo amore del cantautore… parliamo di bambini. 

“Ho visto Nina volare” (nella foto Giovanna Manfieri, detta Nina e sullo sfondo la casa di De Andrè), straordinaria canzone scritta con Ivano Fossati. Anche qui i temi della disobbedienza (al padre): se sapesse di questo amore per Nina, il ragazzino cercherà di scappare di casa, e cercare una nuova vita lontano. Ancora la lontananza non dal padre (è figurativo) ma dalla società che spesso non accetta le tue convinzioni, ma vuole imporre le proprie.

Da notare in questa canzone l’altalena, dove sicuramente Nina giocava. Il volo di Nina è quello che spiccava sull’altalena, e Fabrizio la vedeva volare nella sua mente, volare e partire erano un tutt’uno.

In questa casa in vendita ci sono, ancora, i fantasmi viventi di queste due figure di donne. Anche dopo l’acquisto da parte di qualcuno, l’altalena di Nina e la presenza di Sally non saranno di proprietà del nuovo acquirente. Ma rimarranno nella mente e nella memoria, anche se non più in vita, di Fabrizio De Andrè.

Il denaro non potrà comprare l’infanzia di uno di noi: la nostra infanzia è unica e solo nostra. Le canzoni di De Andrè hanno sigillato queste due ragazzine nelle mura di questa sua casa d’infanzia.

Come noi abbiamo rinchiuso i nostri ricordi nella nostra prima dimora. E quando abbiamo giocato per la prima volta con i nostri amici d’infanzia “nella strada” abbiamo visto tanti visi sorridenti, anche se qualcuno di questi ha preso il volo troppo presto… sull’altalena di Nina.

Ciao amici che non ci siete più!

 

                                                                              

                                                                                       Mario Ciro Ciavarella

 

P.s.: “Sally” (album Rimini, 1978)

         “Ho visto Nina volare” (album Anime salve, 1996)