Antonio Daniele

San Marco in Lamis, giovedì 13 aprile 2017 - Nella messa in Cena Domini che stasera i cristiani vivranno in tutte le chiese del mondo, ci sono due segni che caratterizzano la consegna di Gesù ai suoi discepoli. La promessa di non lasciarli mai soli, ma di stare sempre con loro si manifesta nell’eucaristia, Gesù fatto pane e presente realmente sulla mensa dell’altare. Una presenza invisibile con gli occhi umani, ma visibile con gli occhi della fede. “Prendete e mangiate, questo è il mio corpo. Prendete e bevete questo è il sangue dell’alleanza versato per voi in remissione dei peccati”.

 Sono parole pronunciate da Gesù nel cenacolo e dopo duemila anni vengono pronunciate ogni giorno per fare memoria di quella notte che non si è fermata come semplice ricordo, ma rivive ogni volta che partecipiamo a messa. Quel pane è il segno visibile di Dio in mezzo all’umanità. È la promessa di Gesù che con ci avrebbe lasciato mai soli, ma che si sarebbe reso visibile attraverso gli elementi più comuni nella vita dell’uomo. La messa è la preghiera fondamentale del cristiano che partecipa, non come invitato, ma come commensale al banchetto di Gesù.

Per questo motivo oggi siamo chiamati a interrogarci su come viviamo il mistero eucaristico e quanta profanazione, per la nostra superficialità, ogni giorno commettiamo al Santissimo Sacramento. Ma Gesù ha voluto stasera lasciarci un altro segno, quello della lavanda dei piedi. Un gesto di servizio. Un gesto che indica che Gesù non è presente solo nell’ostia consacrata, ma è realmente presente nell’umanità ferita. Non possiamo alzare lo sguardo a Gesù eucaristia se poi non ci abbassiamo a lavare i piedi del fratello. Sarebbe molto semplice riconoscere Gesù solo in quel pane buono, dolce, nutriente.

Ma Gesù ha voluto dirci stasera che ognuno di noi deve curvare il proprio orgoglio per toccare la terra, rendersi umile, per riconoscerlo nel volto del fratello, quello più prossimo a noi. Laviamo e lasciamoci lavare i piedi, in questo servizio nobile si nasconde il volto reale del cristiano.