Mario Ciro Ciavarella
San Marco in Lamis, sabato 25 febbraio 2017 - L’argomento è delicato e di difficile soluzione: aborto. Io penso che non sia poi un discorso prettamente religioso o spirituale che possa decidere sul da farsi. Se abortire o meno. Ma è unicamente un fatto di coscienza. Questo argomento salta fuori quando si riprende a parlare di medici obiettori e non, di coscienza. Io vorrei informare quelli che non lo sapessero che, chi non vuole far nascere il proprio figlio, non è obbligato ad abortire, ma può benissimo farlo nascere e lasciarlo in ospedale, dove arriveranno le pratiche di adozione da parte di gente che vuole avere un figlio e non ci riesce.
Lo so che i casi di aborto possono essere tanti: violenza carnale, problemi economici, figlio in arrivo “non programmato”, minori non pronti per fare i genitori, nascituro che già presenta gravi menomazioni; però penso che togliere la possibilità di vivere ad un neonato sia un qualcosa che si avvicini ad un omicidio.
Non voglio essere duro e non voglio essere frainteso soprattutto da quelle persone che hanno preso una decisione del genere in passato. E non voglio nemmeno tirare in ballo dio, in questioni del genere. Non ci infiliamo in discorsi dai quali poi non ne usciamo più: se è peccato o meno. Nessuno lo sa se è peccato. Per i credenti sì, per gli altri no.
Decidere sulle vite degli altri è molto complicato. Se la donna (che è la “proprietaria” del figlio che nascerà) decide per l’aborto, questo si farà. E l’uomo? il padre del bimbo in arrivo non decide?? No!! adesso le cose si complicano. Ecco perché viene il dubbio che tutto ciò venga semplificato ad un “oggetto in arrivo”.
Mi dispiace dirlo ma è così. Il nascituro viene considerato un oggetto!! Dove decide solo una “parte” del proprietario: la donna. Sinceramente non ci sto capendo nulla. Il padre allora non c’entra? non ci ha messo… del suo??
Dicono: ma è la donna che lo porta in grembo, quindi fa parte del suo corpo. Come se fosse un’appendice (continuo ad essere confuso). Quindi parliamo di materia che porta altra materia, né più e né meno. Scatole che custodiscono altre scatole.
Lo stesso discorso di “materiale di scarto” viene fatto quando si chiede alle neo mamme di donare il proprio cordone ombelicale. Quasi tutte dicono di no!! eppure il cordone ombelicale se non viene donato, si butta. Preferiscono buttarlo e non donarlo!!?? Ma roba da matti!! (continuo a confondermi sempre di più).
Qualcuno potrebbe dire: il cordone è mio e può servire per mio figlio. Nemmeno questo discorso fila: in Italia la legge non permette di conservare il cordone ombelicale per il proprio figlio, a meno che non ci siano in quella famiglia casi conclamati di malattie genetiche.
Ho capito: siamo solo delle scatole che ad un certo punto della vita possiamo contenerne delle altre. Poi, si potrebbe decidere di buttare quelle che non sono di nostro gusto.
Le vite degli altri le decidiamo noi. Rendiamo grazie a quelli che hanno deciso per noi in passato. Considerato che siamo qui.
Mario Ciro Ciavarella