Comunicato Stampa
San Marco in Lamis, lunedì 13 febbraio 2017 - Dopo i successi di “PERICOLO DI COPPIA” e “THAT’S AMORE” arriva la nuova commedia di Marco Cavallaro…che è già stata RECORD D’INCASSI presso il Teatro de Servi di Roma e al Teatro Martinitt di Milano. “Se ti sposo mi rovino”, pièce spensierata e piena di ritmo, si contano oltre 400 risate in poco meno di due ore di spettacolo (una ogni 17 secondi). Cosa succede a un miliardario scapolo con “il vizio delle donne” se chiede a tutte di sposarlo? E se tutte piombano a casa sua con l’intento di organizzare le nozze, ma nessuna sa dell’esistenza dell’altra? Semplice, la sua vita è rovinata.
Da qui una serie di girandole per non far incontrare le malcapitate e, soprattutto, per non concludere alcun matrimonio. Il tutto coinvolgendo il povero maggiordomo Ugo in un turbinio di bugie e di porte che si aprono e si chiudono. Scene: Amodio; Costumi: Marco Maria della Vecchia; Luci e Fonica: Emilio Caro; Decoratrice; Katia Titolo; Produzione esecutiva; Lisa Bizzotto
Rassegna stampa
Teatro De’ Servi. Se ti sposo mi rovino.
Venerdì, 15 Gennaio 2016 13:00 Scritto da Salvatore Sciré
ROMA - Al Teatro de’ Servi è in scena in prima nazionale la nuova commedia di Marco Cavallaro “Se ti sposo mi rovino”, una pièce assai divertente e ricca di ritmo. Immaginate un miliardario scapolo, con “il vizio delle donne”, che è abituato a trattare all’ingrosso, anzi, a decine (ha un’agenda occupata fino al 2026!!!!!... Beato lui!!!!); e figuratevi che cosa può succedere se lo stesso chiede a tutte di sposarlo! E tanto per non mettere limiti alla fantasia, Franco, il ricco e viziato giovanotto, se ne parte disinvoltamente per Londra, ufficialmente per affari... ma in realtà una hostess brasiliana lo attrae fino a Rio, dove si mette a caccia di “ragazze di Ipanema”. Mentre il gaudente riccone si diverte, i guai seri sono per Ugo, il suo maggiordomo-paraninfo, il quale, oltre a rispondere telefonicamente alle varie spasimanti ed ammiratrici, a un certo punto si ritrova con quattro delle “promesse spose” dentro casa; le quali piantano le tende e si insediano in pianta stabile in attesa del rientro di Franco. Il povero Ugo deve farsi in quattro per impedire che le quattro rivali si incontrino – e questa è forse la parte più divertente e farsesca del lavoro – ma alla fine deve arrendersi e le quattro rampanti fanciulle, una volta resesi conto dello scomodo “condominio” in cui si sono venute a trovare, decidono di allearsi; e al ritorno a casa dell’amato bene.... bando alla gelosia e “ménage a cinque” imposto d’autorità! Il malcapitato Franco, cerca di far fronte alla situazione, ma alla fine sarà spossato dalla superfatica! E pertanto le studierà tutte per uscire indenne dalla situazione paradossale in cui si è cacciato e ovviamente non vi diciamo come va a finire! Possiamo solo dare un giudizio estremamente positivo della commedia: Marco Cavallaro si conferma assai bravo e valido nel triplice ruolo di autore, regista e protagonista, vestendo brillantemente i panni del povero maggiordomo Ugo, costretto a sbrogliarsi in un turbinio di bugie e in un divertente gioco di porte che si aprono e si chiudono, da dove compaiono e scompaiono a turno le quattro aspiranti spose; le quali, in realtà, si scoprirà che più che dall’uomo sono attratte dai suoi soldi (ma guarda un po’, che strana casualità: sic transit gloria mundi!). Con Marco Cavallaro recitano e si divertono in scena le quattro brave fidanzate, che sono Annachiara Mantovani (la rampante e intellettuale Camilla), Valentina Tramontana (la sportivissima Amalia), Ramona Gargano (nel surreale ruolo della sciampista Melissa) e Olimpia Alvino (la golosa Luisa), mentre il personaggio diFranco è affidato ad Alberto Barbi, che se la cava egregiamente nel suo curioso ruolo. Nel complesso abbiamo assistito a una commedia assai divertente, ricca di battute anche raffinate e profonde, che ci sentiamo di consigliare vivamente, per una serata all’insegna della risata. Ovviamente, dando per acquisito il fatto che si tratta di una storia fortemente paradossale ed irreale (ma mica tanto, poi!). Una commedia che si fa apprezzare anche per la bella scenografia firmata da Amodio e i costumi di Marco Maria della Vecchia.
LA DOPPIA VITA 06 gennaio 2016
“La commedia è un susseguirsi di confusione, situazioni assurde, scambi, andirivieni per le stanze della casa, dall’inizio alla fine (forse un po’ ripetitivo solo all’inizio del secondo atto): persino nei saluti Franco si nasconde e scappa dalle sue donne! Ma il perno di tutto, è Ugo, interpretato dallo stesso Marco Cavallaro, il fido maggiordomo che si trova in mezzo alla confusione di donne creata dalle proposte di matrimonio del padrone, poi ai piani di vendetta delle donne coalizzatesi tra di loro e infine del suo stesso padrone. Alla fine della commedia sembra esserci un riscatto per tutti: le fidanzate che hanno avuto (credono) la loro vendetta ma che poi rimangono deluse (economicamente); il ricco e superficiale Franco che decide di crescere e cambiare; il paziente Ugo che vede riconosciuti i suoi meriti sia da un punto di vista morale che materiale. Ma il tutto dura il tempo di qualche battuta,perché suonano alla porta e tutto ricomincia come prima.
La commedia rimane fino al 24 gennaio, e noi ve la consigliamo!”
Il Teatro de’Servi conferma l’ottima scelta degli spettacoli proposti in cartellone con una commedia brillante ad altissima comicità. Ha debuttato ieri, infatti, in prima nazionale al Teatro de’Servi, Se Ti Sposo Mi Rovino una bellissima commedia scritta e diretta da Marco Cavallaro ed è stato un grandissimo successo.
Se Ti Sposo Mi Rovino è un’esilarante commedia che merita davvero di essere vista e goduta.
Se Ti Sposo Mi Rovino non è solo una commedia, ma una commedia d’autore: il testo è piacevolissimo e scorrevole e le battute sono inanellate con grande abilità linguistica in un percorso logico rapido ed efficace, che mantiene il ritmo sempre incalzante senza mai un attimo di calo né tregua alle risate. Sono evidenti, dietro al testo, un grande lavoro linguistico, una grandissima capacità dialettica ed un’esperta abilità a modulare parole e passaggi. Ogni battuta non è mai a sé stante, ma, allo stesso tempo, chiusura di un tempo comico e apertura e aggancio ad altre battute. Allo stesso tempo, nonostante la difficoltà insita nella velocità stessa del testo e delle scene, la commedia viene recitata e interpretata con spontaneità, naturalezza e immediatezza, quasi che le battute vengano alla mente nel momento stesso in cui sono pronunciate. Gli interpreti sono tutti bravissimi e precisi, dimostrando grande affiatamento e coesione e dando prova di possedere ottimi tempi teatrali e comici nei repentini scambi di battute e nei continui cambi di scena e di abito. La scenografia di Amodio, molto bella e altamente funzionale, è parte integrante dello spettacolo: è un continuo entrare e uscire da porte che si aprono e si chiudono con una precisione chirurgica.
Bellissimi i costumi di Marco Maria della Vecchia. Se Ti Sposo Mi Rovino è uno spettacolo intelligente che contiene tante cose: il primo atto vi conquisterà e trascinerà in una risata continua e il secondo atto virerà verso l’inaspettato, mantenendo sempre grandi battute e tempi comici, ma riservando anche delle sorprese. Complimenti a Marco Cavallaro per aver scritto un altro grande testo e complimenti all’intero gruppo di attori e attrici, ognuno/a perfetto/a, presente e aderente al proprio personaggio; personaggi caratterizzati con cura e attenzione al particolare, ognuno con un temperamento ben delineato, tipologie umane diverse, ognuna a suo modo divertentissima, rappresentati sul palco con grande disinvoltura e capacità.
LA GAZZETTA SIRACUSANA
Successo di pubblico dello spettacolo teatrale “se ti sposo mi rovino” — 14 dicembre 2015 |
Sorpresa. Con brio, leggerezza e sana comicità il comico siciliano (di Giarre) Marco Cavallaro ha portato ieri sul palco del teatro Città della Notte a Villasmundo (Melilli) la data zero di “Se ti sposo mi rovino” invece di “That’s amore”. Ed è stato un successo per il terzo appuntamento della stagione Teatrale Turi Ferro a “La domenica a teatro”, in collaborazione con il Teatro in Primo piano e l’Abc di Catania. Una commedia scritta, diretta e interpretata dallo stesso Cavallaro che ha visto sulla scena Alberto Barbi, Valentina Tramontana, Ramona Gargano, Annachiara Mantovani e Olimpia Alvino. Tutto nasce da una semplice domanda, anzi da due: cosa succede a un miliardario scapolo con “il vizio delle donne” se chiede a tutte di sposarlo? E se tutte piombano a casa sua con l’intento di organizzare le nozze, ma nessuna sa dell’esistenza dell’altra? Ecco, la risposta è altrettanto semplice: una pièce spensierata e piena di ritmo, dove i sentimenti mettono a dura prova il materialismo dei nostri giorni ma soprattutto tante risate e applausi. Una serie di girandole per non far incontrare le malcapitate e per non concludere alcun matrimonio portano il povero maggiordomo Ugo a districarsi in un turbinio di bugie e di porte che si aprono e si chiudono. Alla fine il pubblico ha apprezzato e non poco e il siculo romano Cavallaro esulta: “Funziona! Tante risate… applausi.. .mi sa che anche sto giro ho scritto e messo su qualcosa che fa ridere di gusto – commenta al termine del classico selfie di teatro – grazie a tutti, sono stati giorni lunghi e difficili ma ci siamo riusciti. Ora bisogna rodarlo… da gennaio tornerà in scena”. E infatti il prossimo appuntamento con la commedia portata domenica sul palco sarà al Teatro de’ Servi di Roma dal 5 al 24 gennaio.
Risate garantite con Marco Cavallaro
Di Elvia Gregorace • 14 gennaio 2016
Torna Marco Cavallaro al Teatro dè Servi fino al 24 gennaio con lo spettacolo Se ti sposo mi rovino. Franco, scapolo ambito con il vizietto delle donne, decide di chiedere a ciascuna delle fanciulle che frequenta di divenire sua sposa. Ovviamente le deliziose donzelle, molto diverse tra loro, decidono di accettare la proposta e di trasferirsi, senza preavviso, nell’abitazione dello scapolo d’oro immaginando di essere trattate degnamente dal perfetto maggiordomo Ugo. Da qui si rompe l’equilibrio di appuntamenti settimanali creato, non con poche difficoltà, dal domestico integerrimo e legato al padroncino. Si tratta di una delle performance migliori in scena al Teatro dè Servi. Cavallaro dirige se stesso ed i colleghi in modo intelligente, talvolta precisissimo scrivendo un copione denso di battute per niente banali, con poca volgarità e molta ironia. Ritmo, attualità, miseria umana, dispetti, canzoncine nazionalpopolari rendono la trama appetitosa e fruibile. Le attrici si destreggiano bene, qualcuna più di altre. Marco Cavallaro avverte, vive e trasmette il ruolo di servo devoto convincendo prima se stesso e poi il pubblico. Andate a teatro, non ve ne pentirete.
"Se ti sposo mi rovino", ma se ti vedo quanto mi diverto
LUCIANO LATTANZI 21 GENNAIO 2016
Ci aveva promesso una nuova commedia leggera e divertente e ha mantenuto la parola. Il nuovo lavoro di Marco Cavallaro assolve pienamente all'impegno preso: farci passare due ore in allegria.
RECENSIONE - Quando lo abbiamo intervistato la prima volta, in occasione di un suo altro spettacolo (vedi That's Amore! Ma che fortuna aver potuto vedere Marco Cavallaro), l'autore Marco Cavallaro ci aveva accennato a questo suo nuovo lavoro che avrebbe messo in scena a breve. Si tratta di "Se ti sposo mi rovino" (che abbiamo visto a Roma al Teatro de' Servi), un divertente gioco scenico, impegnativo fisicamente per gli attori, viste le continue entrate e uscite di scena perfettamente concertate, che ruota intorno ad un simpatico e divertente maggiordomo, Ugo, impegnato nel tenere a bada l'animo donnaiolo del ricco scapestrato, Franco, per il quale lavora.
In questa vicenda Marco Cavallaro (anche regista e interprete appunto di Ugo) si è avvalso della complicità di 5 bravi attori: Alberto Barbi (Franco), Ramona Gargano (Melissa), Annachiara Mantovani (Camilla), Olimpia Alvino (Luisa) e Valentina Tramontana (Amalia). Riteniamo abbiano dovuto aggiungere anche di un bravo preparatore atletico per chi è sul palco, un massaggiatore per le mascelle del pubblico e un lenitivo per il cast femminile, visti i tanti spintoni che le attrici subiscono in scena.
Un movimento continuo e tante risate per un intrattenimento leggero, ma non per questo non ben realizzato e molto curato, dove tutti assolvono pienamente al proprio ruolo. Ugo, nella scrittura di Cavallaro, è così costretto a barcamenarsi tra le 4 spasimanti (e fidanzate, ovviamente tutte ignare dell'esistenza delle altre) e lo scapolo con l'apparente smania per il matrimonio e lo fa in una girandola di situazioni che danno dinamicità al racconto, suscitano l'immediato sorriso e la simpatia per i personaggi, con una particolare predilezione per il "non ho capito" della shampista Melissa (per capire meglio bisogna vedere).
L'incastro funziona, la commedia è molto divertente, adatta ad un pubblico composito, nello stile di Cavallaro, con costanti riferimenti - voluti - alla belle realizzazioni del passato (quel teatro leggero italiano degli anni '50 e '60, affidato sempre a solidi interpreti tuttofare e fare molto bene), un divertente iniziale richiamo a James Bond e una sfumatura narrativa che ci ha fatto venire in mente un bel film di Billy Wilder ("Avanti!", 1972) nel tratteggio del povero malcapitato maggiordomo. E senza dover andare a cercare per forza riferimenti e citazioni (volute o meno), la commedia aiuta lo spettatore a passare due ore in sana allegria, senza cattivi pensieri, come è nella mission artistica di questo autore, forse poco conosciuto (lo dice lui), ma sicuramente apprezzato, vista l'affluenza a questa prima romana.