Antonio Cera

San Marco in Lamis, giovedì 7 maggio 2015 - Oggi una grande statua raffigurante S. Michele Arcangelo verrà donata ai sammarchesi e a tutti coloro che passeranno ,  sono tantissimi e giungono da tutto il mondo, da Piazza Antonio Gramsci ( e già questo nome suscita in me una qualche emozione). Mi permetteranno i miei concittadini di ricordare che in quel luogo fino a pochi decenni fa sorgeva una palazzina che venne abbattuta quando si trattò di provvedere al risanamento radicale dell'asta principale del Torrente Iana ("canalone"): per dire come a volte gli accadimenti umani anche a distanza di anni si relazionino da sé ( scusatemi la digressione, ma ne farò qualche altra).

 Forse molti di voi, e a ragione, si chiederanno: ma cosa c'entra lui con santi, religione, fede popolare, ecc. E, invece, la cosa riguarda anche me, eccome! Già solo per il fatto che a S. Marco cittadini in gamba si diano da fare e riescano con le loro sole forze ( e su questo si ritornerà), anche se con il contributo fondamentale di moltissimi sammarchesi (e non), colpisce e inorgoglisce, data la particolare conformazione socio-economica della nostra cittadina.E, poi, se in famiglia è possibile compilare un elenco di "Michele" a perdifiato, come si fa a non interessarsene, e, dunque, a plaudire all'iniziativa. Se Michele si è chiamato tuo padre, vuol dire che anche i suoi e i tuoi avi avevano quel nome, dalle nostre parti era(è?) così. E occorrerebbe andare indietro di molti secoli, visto che dell'Arcangelo della Montagna Sacra si parla a partire  dal V secolo d. C.    

E, da quella scia sono seguiti un fratello (poiché Michele si chiamava anche il nonno materno), un figlio, una nipote, e ora tocca ai pronipoti, magari anche perché gli altri rami che via via si sono intrecciati alla famiglia hanno avuto i loro Michele. E, così si continua. Ecco perché S. Michele riguarda anche me. Ci sono ancora altre "minutaglie" (ma non tanto, però) che mi portano ad essere interessato al cosiddetto Principe degli Angeli. A Parigi, a piedi saranno tre minuti, vicino all'abitazione di uno dei miei figli vi è un grandioso monumento dedicato a S. Michele che segna l'inizio di uno dei più importanti boulevard della capitale francese, quello denominato, appunto, S. Michel.
 
E anche questo è da considerare. Infine,e mi perdonerete, spesso racconto che quando misi piede la prima volta nella sede del PCI sammarchese quando si trovava in Corso Matteotti, nella stanzetta adibita ad ufficio faceva bella mostra di sè una statuina di S. Michele (d'altronde anche oggi nelle sede del PD in Via Garibaldi vi è un quadretto raffigurante l'Arcangelo Michele). Il che mi porta a dire, tra il serio e il faceto, che S. Michele è un "santo comunista"! Del resto basta guardare le foto del volume che è stato pubblicato dalla Confraternita sulla storia della "Cumpagnia" per rendersene conto, si guardino soltanto le facce delle donne e degli uomini e si capirà perché mi permetto quella definizione. Ecco, quindi, le ragioni per cui questo avvenimento è importante anche per me, e credo che le medesime motivazioni riguardino moltissimi cittadini sammarchesi.
 
Un ultima considerazione mi si permetterà a margine, ma non tanto. Forse ricordo male, ma un po' di tempo fa l'attuale Amministrazione si fece promotrice, con tanto di manifesti e apertura di conto bancario di una identica iniziativa. Siccome a realizzare la statua ci ha pensato la Confraternita con il contributo dei cittadini senza, quindi, la partecipazione del Comune, sarebbe interessante sapere se poi su quel conto sono affluiti donazioni, contributi, ecc. Per la verità si aspettano ancora risposte sui fondi raccolti per la ricostruzione della S. Domenico Savio ( se ci sono quei fondi rinnovo la proposta di realizzare una "S. Domenico Savio" in Nepal, sarebbe una cosa fantastica!). Erano queste le altre digressioni. 
 
Buona Festa di S. Michele a tutti!