Grazia Galante
San Marco in Lamis, martedì 24 gennaio 2017 - Il volume di Giuseppe Clemente, Viva chi vince. Il Gargano tra reazione e brigantaggio (1860-1864) con la prefazione di Alessandro Barbero e pubblicato dalle Edizioni del Rosone di Foggia sarà presentato a San Marco in Lamis giovedì 26 gennaio 2017 alle ore 18,00 presso la Biblioteca comunale (Piazza Carlo Marx, 1) a cura della Fondazione Soccio e del Comune di San Marco in Lamis. Il programma dei lavori prevede, dopo il saluto del sindaco Michele Merla, gli interventi di Falina Marasca, responsabile delle Edizioni del Rosone, e di Michele Galante, presidente della Fondazione “Pasquale e Angelo Soccio”. I lavori, che saranno coordinati da Angelo Ciavarella, vedranno anche la presenza dell’autore.
Molto è stato scritto sul brigantaggio postunitario nel Mezzogiorno d’Italia, considerato nella sua articolata complessità. Quello, però, che ancora oggi manca, e di cui gli studiosi avvertono la necessità, è un’approfondita, minuziosa storia regionale del ribellismo meridionale, che consenta, con un’attenta ricerca bibliografica e un lungo, paziente, meticoloso lavoro di scavo negli Archivi di Stato, in quelli comunali, ecclesiastici e privati, il recupero di memorie e testimonianze di chi quei fatti ha vissuto. La storia e le storie ritrovate aiuteranno a capire, al di là di tutti gli schemi precostituiti e delle strumentalizzazioni ideologiche, cosa abbia veramente significato il brigantaggio nelle tribolate provincie dell’ex Regno di Napoli. Saranno riportati alla luce episodi di storia minore, tante microstorie, che daranno voce non solo ai principali protagonisti, ma anche, e soprattutto, a coloro che, inermi spettatori, insignificanti comparse, hanno vissuto il dramma di quegli anni di profondo malessere, inghiottiti dalla storia, dalla grande storia.
Dopo aver indagato sul brigantaggio postunitario nel Mezzogiorno e in Capitanata e su alcuni suoi specifici aspetti, mi è sembrato che il Gargano si prestasse, più di ogni altro contesto, a uno studio monografico sul tema. Un compatto continente, come è stato definito, quasi sconosciuto fino agli ultimi anni del 700, la cui aspra e tormentata struttura geomorfologica lo ha a lungo isolato dal resto della regione e ha fortemente influenzato i tratti caratteriali dei suoi abitanti.
La complessità delle vicende e la ferma volontà di ricostruirle fedelmente mi hanno portato a esaminare una grande quantità di documenti, atti amministrativi e processuali, da cui è scaturita un’indagine circostanziata sugli avvenimenti che dal 1860 al 1864 hanno scandito il tempo del brigantaggio nei comuni garganici. Storia e cronaca, dunque, perché la storia è tale proprio nella relazione tra i grandi avvenimenti e le piccole vicende quotidiane, la cronaca, appunto, che è stata da qualcuno definita storia senza molte arie.
Recuperare centinaia di pagine ingiallite, scritte ancora sotto l’emozione degli avvenimenti, ognuna delle quali però possiede uno spicchio di verità, incastonare tante testimonianze in un racconto fluido (sì, perché la storia va raccontata), che si possa leggere tutto d’un fiato dalle prime reazioni alla fine del brigantaggio in quelle contrade, mi ha dato la sensazione di lavorare al montaggio di un film, un film crudele con vittime e carnefici, ma anche commovente, quando al centro della scena c’è lo straziante dolore di una madre per la perdita del figlio"