Mario Ciro Ciavarella
San Marco in Lamis, venerdì 20 gennaio 2016 - Il problema alla fine si riduce lì. Alla sofferenza. Non è tanto la morte in sé (che verrà per tutti), ma la differenza la fa la sofferenza. La nostra vita si riduce, in pratica, nella ricerca della felicità e nel non soffrire. Però non pensiamo che nel nostro mondo ci siano tante altre specie che soffrono anche per colpa nostra: quasi tutti gli animali. Dei quali ci serviamo per cibarci, per divertirci, per sperimentare nuovi farmaci. E tutto ci è permesso. Siamo i dominatori di questa terra e nessuno (gli altri animali, si intende) potrà dirci se sbagliamo o meno!!
Però, qualcosa sta cambiando. E se il cambiamento sarà radicale, dobbiamo vedere, noi umani, come metterci per sopperire a tutto ciò che non potremmo più fare. Ieri la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da un ristoratore di Campi Bisenzio, condannato in primo grado dal tribunale di Firenze per maltrattamenti di animali per aver conservato nei frigoriferi del locale sotto ghiaccio aragoste e granchi vivi, con le chele legate. Il processo si era tenuto dopo una denuncia presentata dagli animalisti della Lav e il responsabile del ristorante era stato condannato al pagamento di una multa di 5 mila euro.
In pratica con questa sentenza si è ufficializzato che: i crostacei sono in grado di provare dolore e di averne memoria. Pertanto la detenzione di tali animali vivi a temperature prossime allo zero e con le chele legate configura un reato. Si è data dignità anche ai crostacei!!! Però, sembra che molti avventori di ristoranti dove abitualmente le aragoste, e non solo, vengono servite; stiano dichiarando che anche loro soffrono: quando finiscono di mangiare aragoste, polipi, orate e tutto ciò che riusciamo a pescare.
Adesso, vogliamo mettere la sofferenza dei clienti dei ristoranti che hanno appena finito di mangiare a base di pesce, con quella dei pesci e crostacei?? Ora, il discorso messo così, facilmente prende una discesa che non si fermerà più!!! Se i crostacei hanno una dignità e soffrono come bestie, da vivi, in un congelatore; perché non si può dire lo stesso di tanti altri animali che soffrono mentre vengono uccisi prima che occupino le nostre tavole per essere poi mangiati?? Il lamento degli agnellini quando vengono scannati non vi fa venire in mente niente??
Le anguille non soffrono quando vengono uccise con del sale buttato nella pentola, che viene subito chiusa, appena il sale tocca le anguille, le quali “stribbitejano” fino alla morte?? E allora anche questo è reato! L’amo che si va a conficcare nelle “labbra” dei pesci fa un male da morire (e infatti muoiono in modo atroce). Anche questo è reato!! Anche i topi facciamo soffrire quando gli mettiamo le esche avvelenate!! Reato!! E le zanzare?? Non le facciamo soffrire quando le attiriamo nelle retine elettriche?? Ma quanto siamo crudeli: abbiamo inventato la sedia elettrica… per zanzare!!
È reato (e dovrebbe esserlo!!! adesso non scherzo) quando vengono spennate vive le oche per fare i piumini!! Questo si che è reato!! Non ci sono dubbi. Le giacche invernali si possono riempire anche in altri modi!!! Quindi, o ci uniformiamo e decidiamo che la sofferenza è un’opinione, nel senso che solo la sofferenza umana è da salvaguardare; oppure decidiamo che la sofferenza è uguale per tutti!! Tutta la fauna soffre allo stesso modo.
Il dibattito è aperto. (Ma chiudiamolo subito che a me le aragoste piacciono…)
Mario Ciro Ciavarella
P.s.: anche le piante soffrono (è ufficiale!!), e piace ascoltare la musica.