Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, mercoledì 4 gennaio 2017 - Si stanno studiando da tempo le condizioni psicofisiche per aspiranti  astronauti da mandare su Marte. Come si stanno studiando, in condizioni estreme, come reagisce il corpo, rinchiudendo dentro delle grotte degli speleonauti (così vengono chiamati gli “eremiti” del sottoterra), questo esperimento serve soprattutto per valutare come il cervello concepisce il concetto di tempo.

 E da poco si stanno studiando, televisivamente su Rai Due, come alcuni ragazzi reagiranno vivendo in un mondo lontano da loro. Non in senso di spazio, ma in senso temporale. Diciotto adolescenti (9 ragazzi e altrettante ragazze) vivranno per alcuni mesi in un collegio, dove dovranno conseguire la licenza media così come avveniva nel 1960.

 In pratica, questi ragazzi saranno catapultati indietro nel tempo senza che possano portare con loro tutto ciò che all’epoca non c’era: niente computer, telefonini, e nemmeno la possibilità di truccarsi o di indossare minigonne o abbigliamento non idoneo in quei tempi.

 Questi studenti “fuori dal mondo” dovranno imparare poesie a memoria, avere una bella calligrafia, alzarsi in piedi quando entra il professore, mangiare tutto quello che si ha nel piatto e soprattutto fare i compiti senza Wikipedia, senza lo smartphone o senza avere davanti tv, computer e musica accesi contemporaneamente.

 In pratica si cercherà di dare “un’educazione” che nel tempo ha perso senso e significato. Quando i professori avevano sempre ragione e i genitori davano sempre torto ai loro figli. Un collegio che a prima vista, e considerandolo con i parametri attuali, sembra essere un lager o un campo di concentramento, dove si cercherà ad ex galeotti di reinserirli nella società.

 L’esperimento televisivo-sociologico è molto interessante: ci farà capire di quanto e come sia cambiata la nostra società e in che modo i giovani di oggi recepiscono concetti persi nel tempo. Come: dovere, ordine, disciplina, rispetto per gli adulti.

 Proprio nel 1960, anno in cui questa trasmissione spedirà inietro nel tempo i ragazzi del Collegio, iniziava sulla Rai il programma “Non è mai troppo tardi”. Attraverso quell’esperimento televisivo il maestro Alberto Manzi riuscì ad alfabetizzare milioni di italiani che ancora non sapevano leggere e scrivere. Era un modo collettivo di educazione civica.

 Allo stesso modo con il programma “Il Collegio” si rieducherà la gioventù di oggi. Ma cosa significa educare?? È questa la domanda che è al centro di questo articolo e penso anche del programma in oggetto.

 Cosa significa dire quello che è giusto fare e ciò che non lo è? Il modo di  agire è relativo all’epoca in cui sui vive oppure ha un valore assoluto? In futuro dire che non è giusto che si frequenti la scuola (non andarci mai!!) sarà la regola, un dato di fatto; oppure un argomento di discussione?

 Pensandoci bene, tutto questo sembra avere ben poco a che fare con un Collegio, ma si avvicina molto ad una “Casa di Correzione”. Queste  erano delle strutture religiose, di carità e di soccorso, ma anche di punizione. Appunto, si correggevano errori fatti in gioventù.

 Ma allora, i ragazzi di questo programma televisivo, hanno bisogno di essere corretti?? Ma non solo questi, ma tutti i giovani di oggi!! Secondo me, sì!! Gli ideatori di questo programma vogliono correggere la gioventù di oggi!!!

 Questo programma è una specie di Diluvio Educazionale, come dire: da adesso stop!! Si torna indietro e si ricomincia da zero: maschi e femmine divisi in tutti i luoghi, ringraziare sempre il superiore, rifarsi il letto la mattina (senza aspettare che lo rifaccia la mamma), mangiare anche quello che non piace, dormire e svegliarsi come il bioritmo comanda (e non come alcolici notturni decidono!!)

 In pratica è un programma educativo, come quello del maestro Manzi che insegnava a leggere e scrivere negli anni ’60 in tv. Solo che in questo caso si educa come qualcuno ha deciso che venga fatto. Non sappiamo  chi l’ha deciso, ma chiunque esso sia, ha pensato che in futuro le parole: ordine, disciplina, rispetto, vergogna, onore; facilmente sui vocabolari spariranno.

 (E vuole correre ai ripari…) 

 

Mario Ciro Ciavarella

 

P.s.: molti dei genitori dei ragazzi che partecipano a questo programma, hanno fortemente voluto che i propri figli partecipassero a questa trasmissione televisiva rieducazionale.