Comunicato Stampa
San Marco in Lamis, giovedì 15 dicembre 2016 - Un tempo ambientali, etologi, zoologi e ornitologi si affannavano a difendere la gallina prataiola dall'invadenza della civiltà industriale, ora dovranno scendere in campo per festeggiare un risultato storico: a San Marco in Lamis, nell'area protetta del Parco Nazionale del Gargano, un giudice ha deciso di tutelare la quaglia, specialista in salti che consentono di cambiare direzione senza troppa fatica. Succede in natura, si applica agli uomini. In entrambi i casi è una questione di sopravvivenza.
San Marco in Lamis come Siracusa o Palermo. Non siamo in Sicilia ma nel Gargano, però il vizietto non cambia ed è molto più grave dei casi siciliani, anche quando pare confortato da una sentenza. Le sentenze non si criticano, si accettano, anche quando non sono favorevoli, ma ci sono alcune sentenze che gridano giustizia e invocano una presa di posizione ferma e decisa, perché la giustizia può essere profondamente ingiusta.
Dopo sei mesi di tempo un giudice e un tribunale non sono riusciti a fare chiarezza sul voto amministrativo di San Marco in Lamis, limitandosi a sentenziare su una ovvietà ed evitando di entrare nel merito della questione sollevata. Perché il tema del ricorso non era la legittimità di chi era preposto alla raccolta e vidimazione delle firme per la lista “Per San Marco”, ma la procedura adottata per la raccolta delle firme e la presentazione della lista, poi risultata vincitrice, "attinta da gravissime irregolarità”, dove si evidenziava il repentino salto della quaglia di un candidato che, in poco meno di mezzora, si ritrovava da candidato per la lista “Forza San Marco” (che faceva riferimento a Forza Italia) a supporter della lista “Per San Marco” (in larga parte rappresentata dal Partito Democratico che riuncia a candidare un suo storico esponente, non gradito al candidato sindaco, per fare spazio al candidato forzista).
Dal salto all'inciucio. Nessuna questione sul cambio di lista, ma la candidatura era gravemente illegittima perché avvenuta in circostanze non rispettose delle procedure elettorali e di quanto stabilito dalla legge, a cominciare dalla sottoscrizione della lista, visto che i sottoscrittori supportano una lista composta da 15 componenti, tra i quali non c’è l'esponente forzista, successivamente inserito, senza procedere a una ulteriore attestazione da parte degli sottoscrittori.
Sostanzialmente si sono usate le stesse firme per finalità diverse, con cambio dei candidati in corsa e relativa modifica della lista che ha portato un indubbio valore aggiunto alla elezione del sindaco Merla. Nel ricorso della lista “San Marco nel cuore” si chiedeva ai giudici di fare chiarezza su una procedura illegittima, come ampiamente dimostrato dalla documentazione presentata, che ha innescato un processo viziato e una votazione adulterata. Per questo, pur rispettando la sentenza, non siamo soddisfatti e cercheremo di avere una giustizia giusta in sede di appello per fare chiarezza su una vicenda che è torbida, piena di incognite e che merita maggiore attenzione da parte della magistratura.
Non è una questione personale, ma è un principio di legalità e di chiarezza nei confronti degli elettori che non possono essere presi in giro, ma soprattutto non devono pagare per gli errori di qualcuno, visto che ci si difende utilizzando soldi pubblici e con un bilancio comunale dissestato. Il peccato d’origine dell’attuale amministrazione non può essere assolto dalla frettolosità di una sentenza non pertinente nel merito, ha bisogno di altri confessionali e di altre motivazioni in nome di quella “sovranità popolare”, trionfante il 4 dicembre scorso ma tradita nel voto amministrativo di giugno.
Udc
San Marco in Lamis