Antonio Del Vecchio
San Marco in Lamis, giovedì 15 dicembre 2016 - Grande successo di pubblico e di critica per l’anteprima del v. “I giochi di una volta / Come si divertivano i bambini di San Marco in Lamis”. Si tratta dell’ultima fatica di Grazia Galante, valente studiosa ed appassionata delle tradizioni ed usi e costumi della sua terra. L’incontro si è tenuto, ieri sera, nell’Auditorium del “Giannone”, gremito di pubblico come non mai proveniente da ogni dove. L’opera di 250 pagine, in vetrina da poco per i tipi di Levante Editori in Bari, si avvale della prefazione di Daniele Giancane, dei disegni di Annalisa Nardella e degli spartiti musicali di Michelangelo Martino.
Ad introdurre subito il tema ci ha pensato l’avvocato Antonio Daniele, questa volta in veste di moderatore, che dall’inizio alla fine ha tenuto incollata l’attenzione della platea con elogi e battute da grande ed empatico affabulatore. Egli, infatti, soffermandosi sulle qualità personali della scrittrice, l’ha definita “donna buona e gentile” per via della sua manifesta socialità e spontaneità. Dopo di che ha preso la parola, per i saluti, il sindaco Michele Merla che ha ringraziato la protagonista per aver regalato un ennesimo ed originale scritto, come i giochi, che produce una crescita culturale e porta lustro alla città. In sintonia si è espresso pure Stefano Pecorella, presidente del Parco Nazionale del Gargano, ricordando ai presenti che il suo Ente, oltre ad essere impegnato sul fronte della tutela - valorizzazione della natura e dell’ambiente, lo è maggiormente anche su quello del patrimonio immateriale che riguarda l’uomo e la cultura materiale nelle sue diverse manifestazioni e campi.
Da qui l’istituenda “banca della memoria” indispensabile per la conservazione e trasmissione alle generazioni future delle espressioni antropiche succedutisi finora nel Promontorio. Il preside Francesco Gorgoglione, dal canto suo, ha ribadito la centralità della scuola in ogni operazione di tipo culturale riguardante il territorio, assicurando nel contempo la massima “apertura” mentale e fisica del “Giannone”. E’ stata poi la volta a salire in cattedra (per modo di dire) della relatrice ufficiale della serata. Il riferimento è all’insigne antropologa e docente dell’Università di Foggia, Patrizia Resta, che per un’ora e più ha tenuto “incantato” l’uditorio con il suo lungo ed articolato excursus sulle diverse valenze, scoperte ed importanza del gioco nell’ambito della storia e del progresso scientifico dell’umana società.
Ha raccomandato, poi, caldamente, avvalendosi della sua esperienza in atto di nonna, la non mitizzazione del passato e la debita considerazione del presente, investito, com’è, da una epocale rivoluzione tecnologica, che velocizza e sviluppa in modo nuovo la fantasia e la creatività dei più piccoli, grazie ai milioni di giochi interattivi messi in rete dal Web tramite strumenti-giochi sempre più perfetti e futuristici, a cominciare dai “tablet” e dai “playstation”. Le conclusioni sono state tratte dalla Galante, che ha ribadito le ragioni che l’hanno spinta a realizzare lo scritto in parola. Un lavoro, a suo dire, che riflette sì uno sforzo d’insieme (e a più mani) della memoria collettiva, ma che si avvale nel contempo di un sistema ordinato o filo conduttore che dir si voglia, che si dipana sin dalla sua prima esperienza ludica di bambina.