Raffaele Fino (Socialisti per San Marco)
San Marco in Lamis, mercoledì 14 dicembre 2016 - Sono comparsi, ultimamente, due articoli su presunti aumenti della TARI 2016 rispetto al 2015. Uno, dell’UDC, in cui si parla di un aumento del 22,73%, e uno, di risposta, dell’assessore al bilancio in carica, prof. Michele Nardella, che non entra nel merito , ma si limita a ribaltare le responsabilità sull’Amministrazione Cera che avrebbe adottato il provvedimento. Sia l’uno che l’altro intervento non chiariscono la problematica, ma lasciano nel dubbio i cittadini, rendendo loro un pessimo servizio. La TARI è disciplinata dalla legge 147/2013 che, tra l’altro, prevede:
- l’applicazione del tributo provinciale, che, riscosso dal comune, viene girato all’Amministrazione Provinciale per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente (art. 19 del DLgs .504/2013);
- la tariffa da corrispondere, che è commisurata all’ anno solare di applicazione;
- che il Comune, nella commisurazione della tariffa, deve tener conto dei criteri di cui all’art. 1, comma 651 della L. 147/2013;
- che ci sia la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio relativi al servizio dell’anno di riferimento delle cartelle tributarie.
I costi di investimento e di esercizio sono determinati dal responsabile del Settore Economico/Finanziario e da quello del Settore LL.PP, in collaborazione con la ditta affidataria del servizio. Detti responsabili provvedono alla stesura del piano finanziario TARI con le relative tariffe per l’anno di applicazione del tributo.
Se si confronta il piano finanziario 2016 ( delibera di C.C. n. 29 del 16.05.2016) con quello del 2015 ( delibera di C.C. n. 52 del 20.07.2015) si vede che, complessivamente, non c’è stato nessuno aumento. Anzi.
E, infatti, il piano finanziario 2016 si chiudeva con una previsione d’entrata, per la copertura del servizio, di € 1.800.994,13, mentre quello relativo al 2015 si era chiuso con una previsione d’entrata di € 1.806.714, 06.
Se si guardano le cifre si può notare che tra i due esercizi non solo non c’è stato alcun aumento, ma, nel 2016, il costo di esercizio è sceso di € 5.719,17 rispetto al 2015.
Quindi non aumento c’è stato ma diminuzione.
Quello che varia tra i due piani finanziari è relativo alle entrate per la parte fissa e per la parte variabile, che, sommate, devono dare la totalità dei costi d’esercizio.
Nel 2015 le previsioni di entrata relative alla parte fissa erano di € 939.933,80 , mentre quelle relative alla parte variabile erano di € 866.780,26, per un totale di € 1.806.714,06.
Nel 2016, sulla base delle indicazione venute anche dalla discussione in consiglio comunale, le previsioni di entrata relative alla parte fissa sono state di € 1.133.318,22 e quelle relative alla parte variabile di € 667.675,91, per un totale di € 1.800.994,13.
Questa diversa distribuzione delle previsioni di entrata tra la parte fissa e quella variabile ha comportato, per i cittadini, una variazione del tributo, in più o in meno,quando non è rimasto uguale a quello dell’anno precedente. Per cui ci sono stati cittadini che hanno ricevuto cartelle uguali a quelle dell’anno scorso, altri con leggeri aumento e altri con diminuzione della tariffa.
Il problema vero, quindi è quello non solo di non fare aumentare il costo di esercizio del servizio, ma di adottare misure che lo riducano ( come l’aumento della raccolta differenziata), coinvolgendo i cittadini e la società civile nella sua varia articolazione.
Raffaele Fino
Per Socialisti per San Marco