Mario Ciro Ciavarella
San Marco in Lamis, mercoledì 14 dicembre 2016 - Era nell’aria, come è possibile che per produrre il secondo album, Mina e Celentano, ci abbiano impiegato quasi vent’anni? E infatti non c’è assolutamente nulla in quelle canzoni messe lì quasi a caso. Iniziando dalla copertina del disco, che è stata letteralmente copiata da una foto che circola da tempo su facebook (la foto di destra è l’originale, a sinistra la copertina del disco). Abbiamo assistito ieri in tv allo speciale televisivo che doveva promuovere (e solo questo ha fatto) l’ultima “fatica dei due”.
Praticamente un copia e incolla tra alcuni programmi televisivi del passato con qualche intervento attuale da parte di cantanti di oggi, ma niente di che. Assolutamente il nulla. E sicuramente è stata una promozione al contrario: sarà stata la Rai a pagare sempre “i due” per promuovere il loro disco. Normalmente è al contrario: è il cantante che paga la tv per fare promuovere un suo disco.
Chissà cosa c’era nello “scarto” televisivo che ci hanno magistralmente tolto dalla visione in quel programma. Come dire, quello che ci hanno mostrato era il meglio che ci potevano far vedere tra tutto il girato!!
Ma, dico io: cara Mina e caro Celentano, volete fare qualcosa di buono che valga la pena che venga mostrato al pubblico? Esibitevi insieme DAL VIVO davanti alle telecamere come si faceva una volta quando la tv veniva fatta come dio comanda!!!
Si gioca a nascondino, come faceva Lucio Battisti… (lasciamo perdere, ancora mi riscrive quella ragazza di qualche mese fa…) È anche vero che dopo decenni di canzoni scritte (da altri), le idee praticamente finiscono; ma ad onor del vero, che ci sia una buona dose di buon senso, mostrandosi e mettendoci la faccia. Al di là del risultato che si otterrà con la produzione di questo ultimo disco.
Adesso i dischi non li compra più nessuno, non sarà facile capire quanto sarà piaciuto quest’ultimo disco “dei due”. Forse si farà il conteggio su quante volte il video del disco è stato scaricato da youtube. Ma penso che la musica è finita non solo per loro, ma anche per quelli che, non capisco come, (e non faccio nomi), riescono a riempire gli stadi con canzoni assolutamente inutili.
Forse gli acquirenti di oggi non conoscono molto la discografia dei cantanti di almeno vent’anni fa, e pensano che il mondo della musica sia quello che riescono ad ascoltare solo tramite i-phone.
Ma ci sono anche… i grammofoni. Bisognerebbe ritornare indietro un bel po’ per sperare, o almeno avere la sensazione che la musica non sia finita.
Mario Ciro Ciavarella