Mario Ciro Ciavarella
San Marco in Lamis - venerdì 9 dicembre 2016 - L’esame delle feci consiste nell’analisi di un campione dove vengono valutati l’aspetto, il colore, l’odore, la consistenza chimica: ph, acidi grassi, sangue. E normalmente questo esame viene richiesto per fare diagnosi in pazienti affetti da possibili infezioni al fegato, intestino e pancreas.
Ma dal 1961 ci sono 100 scatolette contenenti merda, scusate se ho detto così, ma è proprio il nome “dell’articolo”, e sono ancora chiuse come da produttore fece. Poiché ci troviamo di fronte a delle vere e proprie opere d’arte!!! Che non si possono manomettere!!
Eppure è così: queste scatolette sono valutate tantissimo. Quella venduta all’asta pochi giorni fa è la n. 69, battuta dalla casa d’aste milanese “Il Ponte”, e acquistata per 275.000 euro.
L’artista che ha prodotto “defecando” le 100 opere è lo scultore Piero Manzoni morto nel 1963. Due anni prima si espresse come detto sopra. Il tutto per protestare per la mercificazione dell’arte, disse l’artista che espresse la sua interiorità (in tutti i sensi) in quel modo.
Nessuno sa con certezza che cosa ci sia in quelle scatole, nessuna è mai stata aperta, se venisse aperta anche una sola, quella, perderebbe il suo valore. Come quando si rompe una scultura o si strappa una tela.
Io sinceramente non so esattamente cosa sia successo 200.000 anni fa quando nascemmo noi: homo sapiens. Sicuramente la Natura si sbagliò e nel tempo si videro i risultati: noi che inquiniamo il pianeta, noi che facciamo scoppiare guerre, noi che abbiamo inventato tante religioni (eppure dio è uno), noi che giudichiamo i reati in base alla longitudine dove viviamo e noi che consideriamo la merda degli altri un’arte. La nostra no!!
La “Merda d’artista” così come recita l’etichetta attaccata sui 100 barattoli che occupano spazio nelle abitazioni dei proprietari, è di 30 grammi. Poca come quantità. L’avrà pesata su una bilancia di precisione, e distribuita equamente (30 grammi per 100 confezioni) facendo bene attenzione a non eccedere in alcuni.
Non è specificato nell’etichetta se questi “pezzi di merda d’arte” sono frutto di un’unica defecazione oppure il Manzoni si “espresse” in più “sedute”. Sarebbe stato belle scriverlo sulle etichette.
Tipo: “Confezione n.45 creata il 4 maggio del 1960 mentre stavo a pensare cosa dovevo cucinare per cena” (seduto sul water, n.d.A.)
Oppure: “Confezione n.87 creata il 23 gennaio del 1961 mentre stavo a pensare se conviene investire in Certificati di Deposito oppure lasciare il tutto in Buoni Fruttiferi” (pensieri sempre espressi in quel posto).
E così via. Ognuna delle 100 confezioni doveva recare la data di “creazione”, come quando si mette la data su una tela appena dipinta o su una scultura appena terminata. Sarebbero valse di più, se avessimo saputo il giorno della produzione. In modo tale che quelle defecate prima sono le più antiche, quindi quotate di più.
E magari scrivere sui singoli barattolini la “qualità” o stile di quelle feci: secche, sciolte, dure, durissime, con noccioli, presenza di sangue occulto (queste sarebbero quelle più rare!!!), variante giallo fienile, simil marron glaces, rosso pompeiano, grigio elefante con striature sul grigio topo, unico blocco!!!, a due cordicelle (rare anche queste), giallo-non-giallo, liquide (in questo caso nella confezione un po’ di conservante), nero pece, ed altri stili artistici come solo pochi artisti sanno fare.
Non so cosa passi nella mente degli acquirenti di queste opere d’arte. Nella mia è che ci sono ottimi professionisti del settore (psicologi, psichiatri) che se vengono interpellati possono benissimo far capire dove si trovi il confine tra arte e stronzate!!
(In questo caso è facile)
Mario Ciro Ciavarella