Dott. Ciro Gualano

San Marco in Lamis, giovedì 24 novembre 2016 -  Dai primi mesi del 2015, in seguito alla diminuzione dell' Euribor, poi diventato negativo, chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile avrebbe dovuto pagare meno. Molte banche, però, hanno fatto e continuano a far pagare di più ai clienti, senza fare mai scendere i tassi sotto gli spread. La Banca d'Italia ha sollecitato le banche perché restituiscano quanto fatto pagare in più. Come si compone il tasso variabile Il tasso di un mutuo variabile è pari alla somma di queste due voci: 1) lo spread, deciso dalla banca è sempre uguale; 2) il parametro di indicizzazione, deciso dal mercato e soggetto ad aumentare o diminuire. 

 L' Euribor è il parametro di indicizzazione più utilizzato: nel corso degli ultimi due anni è sceso, fino a diventare negativo nei primi mesi del 2015. I tassi dei mutui quindi, in seguito a questa diminuzione, sarebbero dovuti essere più bassi dello spread, ma le cose non sono andate così. Tante banche, infatti, hanno applicato di default il valore zero al parametro di indicizzazione, trasformando di fatto i mutui in prodotti con "floor", quindi con un tasso minimo pari allo spread.

Ecco un breve riepilogo per capire da quando i parametri Euribor dei mutui a tasso variabili sono diventati negativi:

- Euribor a 1 mese da marzo 2015

- Euribor a 3 mesi da maggio 2015

- Euribor a 6 mesi da novembre 2015

Lo scorso febbraio è intervenuta Banca d'Italia per ricordare agli istituti che non possono applicare un tasso minimo se la clausola non è stata pubblicizzata e inclusa nella documentazione di trasparenza e nel contratto. Le banche devono quindi verificare di aver agito secondo le regole e quindi restituire ai clienti quanto pagato in più per la mancata applicazione dei parametri negativi. 

Prima di inviare un reclamo alla banca per il tuo mutuo a tasso variabile, segui questi semplici passi: 1) sul tuo contratto verifica come viene determinato il tasso: qual è lo spread e quale il parametro di indicizzazione utilizzato (Euribor 1 mese, 3 mesi, media del mese precedente, ultimo giorno lavorativo...); 2) verifica se è presente un tasso floor, quindi un tasso minimo sotto il quale il tasso d'interesse non può scendere; 3) se nella documentazione non è indicato niente di tutto ciò, hai tutto il diritto di fare un reclamo alla banca.

Il riaccredito dovrebbe avvenire automaticamente e le banche dovrebbero restituire di propria iniziativa quanto fatto pagare in più ai propri clienti. Il condizionale è d'obbligo.

Per questo motivo, il mio consiglio è per prima cosa quello di attivarsi per verificare la propria situazione.

Una volta verificato di aver diritto al rimborso, non ti resta che richiedere la restituzione di quanto pagato ingiustamente: per farlo puoi utilizzare il modello di reclamo, basta andare sul sito della propria banca e scaricarlo. Dopo averlo compilato allega la comunicazione inviata dalla Banca d’Italia agli operatori. 

Nel caso in cui non dovessi ricevere un riscontro entro 30 giorni o non fossi soddisfatto della risposta ottenuta, puoi fare ricorso all'Arbitro bancario finanziario 

In allegato: decisione ABF e comunicazione Banca d’Italia    

 

                                         Dottor Ciro Gualano