Mario Ciro Ciavarella
San Marco in Lamis, domenica 20 novembre 2016 - Zecharia Sitchin l’aveva detto: siamo il frutto di un progetto genetico ideato dagli Anunnaki. Il tutto iniziato oltre 400.000 anni fa, quando questi extraterrestri sbarcando sulla terra fecero l’uomo a loro immagine e somiglianza!! Progetto portato a termine per far estrarre dell’oro, a quegli umani creati apposta. Quel minerale sarebbe servito a E.T. per riparare l’atmosfera del loro pianeta, Nibiru. Le particelle d’oro in sospensione avrebbero formato una sorta di scudo protettivo per il loro pianeta.
E così crearono Adamu (così lo chiamarono nella versione originale), il primo essere umano usato dagli Anunnaki per estrarre oro: un lavoratore primitivo, nato molto prima dei sindacati e delle lotte operaie. E il primo cercatore d’oro, che non fu del Kentucky, ma venne individuato dai nostri progenitori stellari “sopra l’Abzu” nell’Africa sud-orientale.
E dopo vari tentativi di ingegneria genetica, gli Anunnaki dettero vita, da un primate, al primo uomo. E da quel momento nacque ufficialmente l’Essere Umano ad opera non di dio ma degli dei: gli Elohim, gli ufficiali medici degli Anunnaki.
Questa storia, e non solo, è riportata su centinaia di tavolette di argilla di origine sumera ritrovate nel 1876 nella Biblioteca Reale di Ninive (la capitale Assira), dimostrando che la storia biblica della Creazione era stata scritta millenni prima in Mesopotamia, e poi copiata, scopiazzata e adattata dagli Ebrei.
Ma chi è Zecharia Sitchin che sostiene teorie del genere? È stato un esimio scrittore e studioso di lingue semitiche, nato in Azerbaijan e morto nel 2010. Negli ultimi anni la scienza ufficiale si sta occupando di questo personaggio “eretico”, le sue tesi sono state espresse in decine di libri dove al centro mette a confronto gli scritti sacri della religione ebraica con quelli “alterativi” trovati di qua e di là per il mondo.
E la notizia di pochi giorni fa ci fa ritornare in mente la teoria secondo la quale, l’origine di noi umani sarebbe frutto di innesti genetici ad opera di abitanti di altri mondi: nel sangue di alcuni pazienti affetti da leucemia mieloide acuta c’è DNA non umano!!!???
Attenzione: la notizia è scientifica, niente a che fare con ipotesi, strane teorie e fesserie simili. Lo studio è stato pubblicato su “Scientific Reports”, una delle riviste del gruppo “Nature”.
Dna non umano vive e si moltiplica nelle cellule dei pazienti affetti dalla patologia di cui sopra, la scoperta è stata fatta dai ricercatori dell’Università Statale di Milano e dell’Ospedale Niguarda. Questi ricercatori grazie a tecniche di biologia molecolare sono riusciti ad identificare una variante dell’oncogene WNT10B. E “grazie” a questo oncogene che la leucemia mieloide acuta prende vita e si diffonde, non in tutti i pazienti che ne sono affetti, ma in più della metà.
La scoperta è importante, poiché ci farà ideare un nuovo target per future terapie mirate contro la leucemia mieloide acuta, grazie a nuovi farmaci sviluppati per bloccare in modo specifico la proliferazione mediata dalla sequenza aliena.
L’altro aspetto interessante della scoperta è quella che in futuro ci saranno studi di approfondimento per risalire alla specie a cui il Dna appartiene, e per capire in che modo questo Dna non umano si è infilato nell’uomo.
Cari Anunnaki, che siete nell’alto dei cieli, voi ne sapete qualcosa quando avete creato Adamu?
Mario Ciro Ciavarella