Mario Ciro Ciavarella
San Marco in Lamis, venerdì 14 ottobre 2016 - Non sappiamo più dove si trovi il termine della nostra vita. Se quando stiamo per morire poiché ammalati da tempo e contro quella malattia ormai non c’è più nulla da fare, oppure quando decidiamo di farla finita nonostante non ci siano gravi problemi di salute. Adesso il problema si ingrandisce. Ci sono persone che potrebbero avere la possibilità di togliere il disturbo solo per il fatto di essere anziani, e quindi decidere di morire poiché… quello che è fatto è fatto. Non ci dovrebbero essere grosse novità nelle loro vite.
È quello che si sta pensando di fare in Olanda, dove vorrebbero estendere l’eutanasia anche a gente che non si trovi in uno stato di malattia come malato terminale. Ma anche in condizione di essere umano vivo e vegeto, purchè anziano.
L’unico requisito che si richiede per morire è l’anzianità. I giovani sono “condannati” a continuare a vivere. Il bello è che non è stata ancora accertata l’età dalla quale si è “abbastanza anziani” per morire!!??
Come quando si esce da un bar o da un locale pubblico, lo si fa quando si è stanchi di stare lì dentro. Si decide di uscire per andare altrove. Allo stesso modo gli anziani olandesi potranno decidere se cambiare… aria. Ma questa volta per sempre.
Diciamo subito che, come nell’eutanasia “normale” (quella per pazienti ormai in fin di vita da anni per gravi patologie invalidanti incurabili), anche quest’altro tipo di eutanasia viene sempre decisa liberamente da chi voglia sottoporsi a tale trattamento. Nessuno è costretto.
Non ci troviamo comunque davanti a nessun tipo di costrizione. Si è liberi di vivere e morire come e quando si vuole. Precisiamo bene questo concetto.
Il problema nasce nel momento in cui chi decide di morire, magari, ha dimenticato che aveva ancora alcune cose da fare!! Sappiamo tutti che molti anziani soffrono di Alzheimer, e vuoi vedere che saranno proprio questi ultimi che chiederanno di morire, mentre hanno ancora tanti progetti nel cassetto dimenticati chissà in quale parte dei loro cervelli rovinati dall’Alzheimer? Il problema non è da poco.
Non solo, e se per caso un anziano che ha bisogno di una badante decidesse di morire, e poi magari quella badante che sta per arrivare potrebbe essere proprio l’amore della sua vita?? Sarebbe una morte “prematura” per il vecchietto. Morirebbe senza sapere se quella giovane ucraina poteva ancora dargli qualche giorno di gioventù… arretrata!!
Avete presente gli anziani che, come spettatori, stanno ad assistere come procedono i lavori nei cantieri? E se per caso uno di questi decidesse di morire data la sua età, e magari è proprio quello che se fosse rimasto in vita avrebbe dato dei consigli utili per far costruire meglio un ponte dove mesi dopo si è verificato un grave incidente causato dalla caduta del ponte stesso??
Se quel “vecchietto-ingegnere” fosse rimasto in vita avrebbe evitato la morte ad alcuni passeggeri che si trovavano su quel ponte. Grazie ai suoi consigli su come posizionare meglio i guard rail.
Con la scomparsa di anziani ancora abili, perderemmo anche tante strutture come ospizi e case di riposo, con conseguente diminuzione di posti di lavoro per infermieri, medici e ausiliari. Vivremmo in un mondo di soli giovani che non vedono l’ora di diventare anziani… per poterla fare finita. Poiché, magari, le droghe e l’alcool che assumono non riescono ad avere l’effetto desiderato.
Secondo me la legge olandese sull’eutanasia aperta a tutti gli anziani è da rivedere: bisognerebbe accettare solo le richieste di anziani che nelle loro esistenze non fecero nulla di straordinario. Perdendo anziani capaci, perderemmo molto anche delle nostre vite: di quelli che continuano a vivere.
Si dovrebbe fare una specie di selezione “innaturale”: mettere fuori dalla società gli anziani che da sempre non hanno avuto un ruolo importante, ma penso che sia difficile trovare anziani “inesperti”: se sono arrivati a quell’età qualcosa di buono l’avranno pur fatta.
(Casellario giudiziario permettendo…)
Mario Ciro Ciavarella