Mario Ciro Ciavarella
San Marco in Lamis, sabato 3 settembre 2016 - È difficile commentare, e nemmeno pensare, cosa possa essere passato nella mente di una persona ammalata di leucemia e dei suoi famigliari. Scegliere, dopo aver avuto un “colloquio” con la propria coscienza, di non curarsi, è una scelta difficile ma anche da condividere da parte di gente che magari ci è passata “da quelle parti”. Gente che ha sentito sulla propria pelle, o visto con i propri occhi, quello che hanno provato altre persone affette da quei problemi. E hanno visto anche come va a finire: quasi sempre si muore.
È giusto che ci sia la scelta di poter vivere e anche morire come si vuole: e non è assolutamente giusto che siamo “condannati” a vivere comunque. Solo noi individualmente sappiamo cosa sia giusto e cosa sia sbagliato: non esiste un tribunale migliore della nostra coscienza!!
Non abbiamo bisogno di “maestri di vita” che ci diano le direttive giuste. Siamo tutti maestri e nello steso tempo anche alunni: nell’aula della nostra vita ci siamo solo noi!!
Con i nostri insegnamenti dati e con le nostre lezioni ricevute. È più che sufficiente per dire “stop”, oppure “vado avanti”. La coscienza è talmente soggettiva che, ad un certo punto, non ha più dubbi!!
Pochi giorni fa è morta una ragazza di 18 anni, Eleonora Bottaro, di Padova, malata di leucemia da un anno. Lei con i suoi genitori hanno scelto di non curarsi con il metodo tradizionale: la chemioterapia.
Anche perchè, dicono loro, un’amica della ragazza era morta poco tempo prima sempre a causa di un tumore. Quindi, la chemioterapia non serve, pensò Eleonora, non solo: ma fa soffrire inutilmente.
Inoltre, la famiglia di Eleonora seguiva gli insegnamenti di un medico tedesco, Ryke Geerd Hame; il quale asserisce che le malattie siano frutto di traumi subiti in passato e non risolti. E quindi curarli con la medicina alternativa.
Come si può ben capire abbiamo due scuole di pensiero (o se vogliamo, due lezioni di vita): scienza (chemioterapia) e medicina alternativa, quella del medico tedesco (cortisone e vitamina c).
Il problema non è da poco: quando la gente vede che di progressi scientifici non ce ne sono poi così tanti, perde le speranze. E si aggrappa anche a questioni filosofiche o diverse “dal solito” che vanno oltre lo scientifico.
In effetti, siamo nel 2016, e ancora non vedo tanto progresso nella medicina: le leucemie come i tumori al pancreas, al cervello, ai polmoni (anche per non fumatori), al colon, al fegato, allo stomaco, non danno mica tante speranze ai pazienti affetti da queste patologie. Senza parlare dell’Alzheimer e del Parkinson.
Sembra che ci siano in alcuni casi, una sopravvivenza aumentata nel tempo, ma niente di miracoloso. Eppure di tempo ne è passato da Ippocrate e da tanti altri pionieri della medicina, che hanno “messo su” un atteggiamento positivo nell’approccio a tante patologie.
Da considerare pure i tantissimi contributi economici cha a livello mondiale!!! giungono alle cause farmaceutiche, agli ospedali, ai centri di ricerca e simili. Eppure spesso ci si ferma alla scoperta della proteina che fa sorgere quel tumore, o del gene difettoso.
E poi??? Ci fermiamo alla proteina?? A darle il nome scientifico?? E le cure a quando???
Oltre alle lezioni di vita che quotidianamente le menti eccelse che ci insegnano cosa farne delle nostre vite, ci vorrebbero pure tantissimi insegnati che ci diano delle… ripetizioni.
Così, almeno sapremmo anche quello che i “magnifici rettori” delle nostre vite, non ci dicono.
O perché non lo sanno. O perché non ce lo vogliono dire.
Mario Ciro Ciavarella