Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, venerdì 26 agosto 2016 -  Per la prima volta faccio un articolo di questa rubrica senza mettere le parentesi che racchiudono l’inizio di (dis)senso. In modo che non ci siano interpretazioni su quello che sto per dire. Gentile suor Marjana, io sono credente come lei… ma fino ad un certo punto (come tutti!!!) Nessuno sa spiegare il perché delle cose. Nessuno. Imbecilli quelli che dicono di essere custodi della Verità e vogliono convincere gli altri mettendo dei paletti alle vite degli altri: sono solo degli imbecilli!!!

 Tutta la materia che esiste nell’universo, compresa la materia oscura che ne occupa addirittura più della metà!!! non sappiamo come e da dove sia saltata fuori. Il tempo e lo spazio sono nati nello stesso istante. Prima non c’era nulla.

 E mi viene da pensare che il Tutto sia iniziato senza dubbio per un atto spirituale: è stato, quello che noi chiamiamo Spirito Santo, che ha dato il calcio iniziale dal quale la materia è nata. Non trovo altre spiegazioni. La materia non può generare materia se prima non c’era nulla!!!

 Quando ci troviamo di fronte a fatti “inspiegabili” come terremoti che uccidono anche in un solo colpo centinaia di migliaia di persone, oppure la nascita di neonati ammalati e sofferenti per tutta la vita, dobbiamo avere il buonsenso di fare silenzio!!! Non andiamo a cercare logiche contorte: si offende quelli che soffrono.

 Non campiamo in aria teorie che solo la mente umana può concepire, cerchiamo di stare zitti, per l’amor di dio!!!

 Quello che per lei è stato un miracolo, io penso che sia solo frutto del caso: il badante colombiano che si trovava in quell’istituito per anziani dove c’era anche lei, ha avuto il sangue freddo e la fortuna (per lei) di stare nelle vicinanze e di trarla in salvo con altre due sue consorelle. Stop!!!! (non aggiungiamo altro nel suo caso)

 Non sappiamo chi è dio (per me c’è, per la spiegazione fatta poc’anzi), noi occidentali lo identifichiamo con Gesù Cristo, il quale tra le tante cose dette, ha detto anche: “Le mie vie non sono le vostre vie”.

 Ma dire che per lei è stato tanto buono, è un’offesa per quelli con i quali è stato… un po’ cattivo.

 Non sappiamo cosa sia la Misericordia di dio in presenza di tali eventi catastrofici, ne abbiamo una vaga idea. La invochiamo, cerchiamo di interpretarla e di “spiegarla” agli altri. Non sappiamo perché “ieri” era ieri e “domani” sarà domani.

 Il senso di tempo e di spazio sono considerazioni talmente personali che viviamo le nostre vite in modo diverse una dalle altre. È la nostra mente che ci mette nelle condizioni di vivere “la nostra vita”.

 Il pensiero che ci siano atti consolatori “dopo” ci fa vivere meglio. Ma vivere l’”adesso” è molto difficile. E nessun salvataggio “strano” fatto sotto le macerie provocate da un terremoto, potrà confortarci per quello che altri hanno perso. L’uomo a volte è egoista, ma vuole che ci sia un po’ di giustizia anche “nell’aldiqua”.

 Dal canto mio non avrei raccontato la sua storia per “incentivare” la fede: la fede non ha bisogno di “miracoli” come quello suo. Che miracolo non è!!! Ma l’uomo ha bisogno di vedere la luce di domani, quella che arriverà dopo che la notte avrà fatto il suo dovere: coprire tutto.

 Il sole che ogni giorno rinasce può essere un ottimo incentivo, come dire: io intanto vi riscaldo di nuovo. Ma il sole non lo dice: perché non parla. Almeno lui non ha avuto il dono della parola.

 Noi sì. Abbiamo avuto questo dono: parliamo spesso troppo.

 

                                                                     Mario Ciro Ciavarella