Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, martedì 23 agosto 2016 -  Quando viene rappresentato graficamente o in video l’origine dell’universo con il Big Bang, questo viene raffigurato come un grande botto. Un rumore assordante dal quale ancora oggi si sente il rumore di fondo. Niente di più falso: il grande botto, se c’è stato (e chi c’era sul posto?), non ci fu appena scoppiò l’atomo che diede vita al Tutto. Ma il rumore di fondo (il botto) iniziò a sentirsi dopo 380.000 anni dopo il Big Bang fino a 760.000 anni dopo il “Botto”.

 In pratica l’universo nacque… in silenzio!! Quando il Tutto ebbe inizio non ci fu un “vagito” immediato. Se c’è stato (e chi l’ha visto?), avvenne centinaia di migliaia di anni dopo, e quel rumore assordante durò per altri 400mila anni, e poi di nuovo un “silenzio assordante”, e poi solo la radiazione di fondo che si sente ancora adesso (l’eco).

“Silenzio assordante” rotto dalla civiltà umana che iniziò a dare vita a tutto quello che ci circonda: fabbriche , industrie, auto… e tutto ciò che fa rumore, dalla fine del diciannovesimo secolo scorso fino ad oggi (ed oltre).

Il rumore sta diventando insopportabile, ogni angolo della Terra ha un “suo rumore”, solo qualche spicchio del nostro pianeta è in silenzio: è  riuscito finora a non essere contaminato dalla civiltà chiassosa che produce materia e rumore.

Solo una cinquantina di ambienti non sarebbero “infestati” da rumori, secondo una ricerca che dura da 35 anni portata avanti dall’ecologo americano Gordon Hempton, che microfono alla mano, cerca di registrare “non rumori”: aree terrestri dove c’è mancanza di rumori prodotti dall’uomo.

E Gordon Hempton si preoccupa: entro dieci anni il silenzio della terra non esisterà più, ogni metro del nostro pianeta sarà “inquinato” dalla presenza umana e dai suoi prodotti “foneticamente” derivati.

Sembra una ricerca seria questa che tiene impegnato l’ecologo americano da decenni. Ma perché il silenzio sarebbe di vitale importanza per la terra?

Forse perché troppo rumore potrebbe irritare il nostro pianeta. Lo potrebbe distrarre da un lavoro che ancora non è finito, come la deriva dei continenti che continua sotto in nostri piedi anche se non ce ne  accorgiamo.

Oppure l’assenza di silenzio potrebbe provocare seri danni all’udito di noi umani: staremmo producendo rumore dannoso senza che nessuno se ne accorga, ce ne accorgeremo solo quando molti di noi diventeranno  sordi.

Oppure il troppo rumore non farebbe intendere le comunicazioni  umane: una nuova Babele dove le lingue sono talmente tante e incomprensibili a potenziali uditori che potrebbero produrre ulteriori comunicazioni poco efficienti tra gli uomini e conseguenti decisioni sbagliate.

Si cerca non proprio il silenzio assoluto, che esiste solo nello spazio, ma un silenzio umano, che possa dar vita ad una nuova era per tutti noi: l’Era del Silenzio.

Come ci sono le ere astrologiche: l’Era dell’Acquario, quella dei Pesci e di tutti gli altri segni zodiacali che si alternano a migliaia di anni una dall’altra, allo stesso modo qualcuno cerca il momento giusto del “battesimo”  dell’Era del Silenzio. Un nuovo periodo che dia inizia ad un nuovo modo di vivere e vedere il mondo, con prospettive nuove ed esclusive.

In pratica tutti dovrebbero fare silenzio: gli umani (soprattutto), le macchine di qualsiasi genere e grado di produzione, gli animali (anche loro inconsapevolmente… rompono), la flora (quando qualche ramo di un vecchio albero si rompe e cade a terra) produce rumori… di vecchiaia.

Insomma, abbiamo bisogno di un silenzio primordiale, come quando il mondo venne creato e nessuno si permise di emettere un solo suono, quasi un segno di rispetto per tutto quello che sarebbe arrivato dopo. Come dire: non voglio sembrare di essere il primo della classe parlando  per primo.

Si cerca questo: un ritorno ad un passato remoto, che dia il vero valore  del silenzio. Quello con il quale venne creato il mondo: il silenzio assordante dal quale la Vita prese vita e continua ancora… con qualche parola di troppo.

 

                                                                     Mario Ciro Ciavarella