Mario Ciro Ciavarella
San Marco in Lamis, venerdì 8 luglio 2016 - Il rito matrimoniale classico che si celebra in chiesa, potrebbe essere un lontano ricordo. Quindi, quelli che hanno foto e video fatti durante il rito religioso quando il prete dice: “Vuoi tu prendere come tua legittima sposa la qui presente, per amarla, ecc… ecc...”, sono invitati di conservare gelosamente tali reperti che in un tempo non molto lontano, potrebbe diventare reperti storici.
E studiati da sociologi ed affini tra qualche decennio, per capire meglio come la società viveva in passato. Tutto questo fenomeno potrebbe finire, poiché nel 2031, calcoli fatti dl Censis, in chiesa non potrebbe più andarci nessuno per ricevere il sacramento del matrimonio.
Il perché è facile capirlo: molta gente si allontana dalla religione cattolica, l’aumento delle coppie di fatto e i tanti divorziati che non possono “mettere più piede” in chiesa per un eventuale secondo matrimonio.
Si perderà tra alcuni decenni tutto l’aspetto scenografico del matrimonio in chiesa, il rito di “passaggio” della figlia che lascia la casa del padre e che va a vivere nella casa del futuro marito, le note dell’Ave Maria di Schubert svaniranno… senza le lacrime della sposa.
Ma il tutto si realizzerà in un modo asettico e semplificato: matrimoni civili e poco animosi (nel senso di anima).
Non so se l’aspetto religioso o spirituale in genere possa dare un tocco in più a tutta la vita coniugale che seguirà il giorno del “sì”. Oppure se indipendentemente da come viene svolto il rito matrimoniale, lo stesso potrà avere una valenza che vada oltre l’aspetto prettamente sociale.
La società sta cambiando con una velocità che a volte è dura starle dietro. Cambiamenti veloci e spesso “nemmeno che qualcuno ci avverta” ci ritroviamo in un mondo “non nostro”.
Come se da un momento all’altro vivessimo su un altro pianeta dove le leggi sono diverse dalle nostre, e noi che intanto protestiamo sul perché “nessuno ci ha avvisati”.
Diciamolo chiaramente: il matrimonio è un contratto vero e proprio, quando non funziona più ognuno è libero di rompere quel contratto e magari di farne un altro con un’altra persona.
Si va verso la commercializzazione vera e propria di quello che una volta veniva chiamato, Sentimento.
Il Sentimento sta diventando sempre… più sordo. Spesso si convive per non sposarsi, nel senso: sposarsi sapendo che da lì a poco tutto salterà. E che “il salto” comunque avverrà, nessuno sa quando, ma avverrà.
Spesso ci si sposa sopra ad una “bomba ad orologeria”. E per non farla scoppiare ci si passa sopra su tante cose, forse troppe: tradimenti, problemi finanziari, figli che devono “ancora crescere”.
Si ha la sensazione che il matrimonio stia diventando un passaggio non più obbligato, ma un optional. Da “acquistare” o meno insieme ad un’altra persona. Da stabilire il prezzo.
In America già esiste quello… a tempo. Rinnovabile se conviene alla coppia oppure da riciclare. I matrimoni del futuro, quello lontano lontano in una lontana galassia, forse si celebreranno tra gente sconosciuta, come si usava una volta: per procura.
Ma non perché non c’è possibilità di avvicinarsi da parte dei due innamorati: ma per stare il più lontano possibile dall’altra persona.
(Forse sarà un modo per farli durare di più…)
Mario Ciro Ciavarella