Mario Ciro Ciavarella
San Marco in Lamis, martedì 5 luglio 2016 - A volte non sai come prendere la gente. Voglio dire, come trattarla, se con le buone in modo amichevole oppure con le cattive maniere, in modo poco propenso all’educazione ricevuta. Forse dipende da quello che la gente ha combinato, senza dubbio sarà così. Oppure potrebbe dipendere da ciò che vogliamo ottenere da coloro che hanno sbagliato: il pentimento. Ma spesso capita che si sbagli qualsiasi soluzione venga presa.
In Francia hanno scelto di usare le buone maniere… in un solo caso, per ora. Ascoltate questa storia venuta alla luce oggi.
Sappiamo tutti che la situazione carceraria in Italia e della giustizia in genere fa acqua da tutte le parti. Ma forse non dobbiamo lamentarci troppo, poiché in Francia la situazione non sarebbe migliore della nostra.
Se hanno deciso di tenere il terrorista belga Salah Abdeslam, uno dei membri del commando responsabile degli attacchi coordinati di Parigi del 13 novembre 2015, a cura dell’ISIS, in un carcere “a 5 stelle”!!!
O meglio, si tratta di quattro celle soltanto per il terrorista jihadista, due per uso personale, una terza sala è stata convertita, su sua domanda, in uno spazio dove potersi dedicare ad attività fisiche: con vogatore ed altre attrezzature sportive. Tv come e quando vuole e cucina personale.
In una struttura carceraria, quella che lo ospita, dove vivono 4532 detenuti invece dei 3036 posti letto disponibili. Tutto ciò sta inorridendo l’opinione pubblica francese.
E tutto questo sapete perché?? Si aspetta che il signor Salah Abdeslam… parli!!!
Ma come, tutto questo trattamento di favore per farlo parlare?? E per far parlare un delinquente bisogna trattarlo così???
Ci sono altri metodi, ad esempio la tortura. Comunque, diciamo che “siccome noi siamo superiori ai nostri carnefici, non ci dobbiamo ribassare a comportarci come loro e quindi dobbiamo dimostrare di essere persone civili…” e stronzate varie!!!
Ma la volete finire di essere ridicoli??? Se lo trattate così quello non parlerà mai!! Anche perché se parlasse e dicesse tutto quello che volete sapere dal terrorista, come fate a capire se vi ha detto la verità???
Se il terrorista Salah dicesse che il suo diretto superiore che l’ha inviato a compiere la strage a Parigi il 13 novembre scorso fosse il candidato repubblicano Donald Trump che corre per la Presidenza alla Casa Bianca, lo credereste? Nooo? e perché no?
E se dicesse che il suo mandatario fosse papa Ratzinger, sarebbe attendibile? No? e perchè no?
Anche l’Esercito della Salvezza potrebbe essere stato il procacciatore che ha scelto il terrorista Salah a compiere quell’attentato a Parigi.
Oppure Il movimento degli arancioni di Osho Rajneesh (quelli di Hare Krishna per intenderci) potrebbe essere stato il promotore che ha messo il mitra in mano al terrorista semi belga e semi francese.
Insomma, chiunque potrebbe essere stato il padrone di Salah, che gli ha promesso tante vergini in paradiso dopo la sua morte… che non c’è stata. Si è fatto catturare: ha scelto la comodità francese a quella dell’Aldilà islamico. (Forse ci ha rimesso).
Quindi, cara giustizia-cugina francese, rivedete i metodi per far parlare chi non vuole farlo, altrimenti, spargendosi la voce, le vostre celle si affolleranno di carcerati… muti.
E poi sarà dura farli parlare. Resteranno muti fino a quando non li porterete anche all’EuroDisney di Parigi (giusto per farli distrarre: sempre chiusi dentro…)
E per farvelo capire, i carcerati-muti, useranno l’alfabeto dei segni. E voi, giustizieri d’Oltralpe, sarete costretti ad imparare anche il linguaggio dei segni…
Sperando che non ci siano incomprensioni: il linguaggio dei segni a volte è anche da interpretare…
Mario Ciro Ciavarella