Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, domenica 3 luglio 2016 -  Ogni volta che muore qualcosa che metta fine alla vita, la domanda nasce spontanea: dio è quello della vita o della morte?  Non è facile concepire un creatore che faccia sorgere il sole per far rinascere ogni volta la vita, e allo stesso tempo abbia generato la notte per mettere fine, anche se momentaneamente, a tutto quello che è nato da poco. È un ciclo che racchiude vita e morte in un lasso di tempo troppo breve, per assaporare quello che possiamo vivere. Come la vita umana, è troppo breve per poter dire: è giusto che adesso finisca.

 E considerare le sofferenze e le ingiustizie. A quel punto poi tutto viene rimesso in discussione dalla Genesi. È la logica che sfugge alla ragione del creato.

 La logica umana è stata un handicap dell’evoluzione: cerchiamo sempre un perché a tutto. Ma un handicap più che legittimo, considerato che vivendo secondo logica, ci aspettiamo che anche i nostri simili facciano lo stesso.

 E lo stesso faccia dio!!

 Logica e giustizia non sono sinonimi, evidentemente. Altrimenti non si spiegherebbero troppi perchè della vita. La giustizia degli uomini è sempre molto soggettiva. Quella di dio non sappiamo quale possa essere. Essendo ancora vivi. Sperando di avere delle risposte… a tempo scaduto.

 Ieri è morto Elie Wiesel, e molto prima di lui (2.000 anni fa) è morto Dio. Solo che ce ne siamo accorti troppo tardi.

 Elie Wiesel, scrittore ebreo premio Nobel per la Pace nel 1986, e reduce dai campi di concentramento allestiti dai nazisti durante la seconda guerra mondiale.

 Ha scritto “La notte”, dove racconta la sua vita dal ghetto di Bucarest fino alla liberazione dove veniva detenuto nel campo di concentramento di Auschwitz.

 Elie Wiesel (dome tanti altri) ha avuto la visione della morte di dio. Ha avuto la certezza che dio era in tutto e per tutto umano. È morto come tutti noi faremo.

 Non ha trovato nel suo dio ebraico (che poi è anche quello di tutti gli altri, a meno che non ce ne sia più di uno!!!???) la certezza della divinità, ma solo la sconfitta di un uomo che ha creato ma non ha mantenuto le promesse fatte. Una morte atroce come quella di tanti altri uomini che attraversano il nostro pianeta.

 Dio fa sentire la sua voce e la sua onnipotenza quando ci sono terremoti e nascite non… conformi come dio avrebbe previsto: neonati ammalati.

 (Questo (dis)senso lo faccio corto corto… altre parole sarebbero inutili)

 

                                                                         Mario Ciro Ciavarella