Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, lunedì 27 giugno 2016 -  Se non sopravvive l’anima alla morte, lo fa sicuramente il DNA. Almeno quello dei topi e dei pesci. Lo si è rilevato studiando gli animali suddetti e si è capito che il filamento che “spiega” la nostra vita sopravvive alla morte per quattro giorni. È come se la “doppia elica” vivesse nell’aldilà, lasciando… nell’aldiquà il corpo del defunto. Un viaggio astrale, quindi, non di una parte incorporea di noi (l’anima), ma di un qualcosa di molto materiale e tangibile: l’acido desossiribonucleico.

 Il tutto è stato pubblicato recentemente sulla rivista scientifica “Science” e qualche presentimento c’era da tempo, studiano le cellule del sangue e del fegato degli esseri umani. Queste cellule rimanevano “accese” anche dopo la morte.

 Quindi, possiamo dire che il Dna va oltre la vita biologica e va a farsi quattro passi nell’Altro Mondo, dove il resto biologico del defunto non può accedere.

 Né gli occhi, né il cuore, né il cervello sopravvivono alla morte ma solo il Dna ha l’esclusiva di visitare altri… DNA defunti nell’aldilà. Immaginate un paradiso pieno, ma solo per quattro ore, di DNA che si incontrano e si raccontano quali corpi hanno abitato fino a qualche ora prima.

 Ci saranno acidi desossiribonucleici di contadini, di scienziati, di ministri e anche quelli di disoccupati. Appena arrivano al cospetto dell’Onnipotente, ogni DNA dirà al Principale come ha svolto il suo compito nel corpo che lo ha ospitato.

 E pensandoci bene la nostra vita, non tutta ma quasi, è dipesa proprio dal DNA che ci siamo ritrovati “dentro”: non ce lo siamo mica scelti noi. E quindi il nostro acido darà conto della nostra condotta di vita al Creatore.

 È lui che meriterebbe l’infermo o il paradiso… noi cosa c’entriamo?? I nostri peccati, le nostre debolezze, le nostre virtù sono tutti meriti/demeriti del DNA. Perché devono gioire o soffrire le nostre anime e i nostri corpi alla Fine dei Tempi??

 Adesso iniziamo a spiegarci tante cose!! Quando si parla di destino, dovremmo semplicemente dire: “E cosa c’entriamo noi, chiedetelo al nostro DNA perché abbiamo agito in un certo modo oppure perché ho certi gusti”.

 Destino uguale DNA. Mettiamola così, anche perché la verità non è molto lontana da questo accostamento. Tutte le nostre scelte, le nostre tendenze intellettuali e anche la nostra morte quasi sicuramente sono racchiuse in quella doppia elica.

 E allora che vada la “doppia elica”, visto che sopravvive più del nostro corpo, a spiegare a dio il perchè di tante cose. E così, tante doppie eliche si avvicinano al Creatore per spiegare i tanti perché della nostra vita.

 E hanno quattro giorni di tempo per convincere dio che gli esseri umani che li ospitavano fino a poco prima, hanno agito sempre in buona fede: la volontà umana è scritta nel DNA!!

 Poi l’anima andrà secondo destinazione. Non sappiamo dove. Sarà compito del nostro DNA fare un’ottima arringa davanti al Signore per farci dare una pena non molto pesante o addirittura la pace eterna.

 (Un DNA come avvocato… ci vorrebbe). 

                                                                       Mario Ciro Ciavarella