Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, mercoledì 22 giugno 2016 -  La terza guerra mondiale è già stata combattuta ed è terminata da tempo.  Una guerra senza vincitori e né vinti: un pareggio tutto sommato giusto, che ha tenuto con il fiato sospeso per parecchi anni tutto il pianeta. Si aspettava solo che uno dei due contendenti sparasse il primo colpo… che non c’è stato. Meno male!!  Presumibilmente “combattuta” dall’inizio degli anni ’50 tra i Paesi della Nato e quelli del blocco sovietico, fino al 1989 con la caduta del muro di Berlino. Una guerra senza nemmeno sparare un colpo e senza vittime. Una guerra fredda.

  Da allora il mondo è cambiato geograficamente e politicamente, con la  nascita di decine di nuove nazioni, facendo nascere problemi non da poco che riguardavano soprattutto l’identità nazionale dei nuovi popoli creatisi.

 E verso la fine di questa guerra senza colpo ferire, nel 1983, poteva esserci la frittata che poteva farci chiudere in bruttezza la storia dell’umanità: la vera terza guerra mondiale.

 Cosa che non avvenne grazie ad un signore: il tenete colonnello Stanislav Petrov dell’esercito sovietico. Nella notte del 26 settembre del 1983 si trovò per caso al momento giusto e al posto giusto: stava  SOSTITUENDO un suo collega ai computer che tenevano sotto controllo eventuali missili termonucleari in arrivo dagli Stati Uniti.

 Il che significava all’epoca: attacco all’impero sovietico e quindi rispondere di conseguenza. In poche parole: guerra atomica. Petrov era un analista, prima che militare. E quindi doveva analizzare i dati che apparivano sui computer che lui teneva sotto controllo.

 E i dati che arrivarono su quei computer dicevano che stavano per toccare il suolo russo alcuni missili ostili. Le luci rosse tanto temute che si accendessero, si accesero per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale. Gli altri  ufficiali che affiancavano in questa operazione di controllo Petrov, non aspettavano altro che un “sì” da parte del loro diretto superiore. E a quel punto sarebbero partiti i missili sovietici alla volta degli Stati Uniti.

 La ragione e la freddezza di Petrov ebbero la meglio: quello che appariva sui computer sovietici non erano missili ostili ma… riflessi di luci sulle nuvole!!?? Il pianeta era salvo.

 Naturalmente l’ufficiale sovietico per “non aver preso la decisione di rispondere al fuoco nemico” non venne premiato!!?? Eh sì, il regime sovietico lo rimproverò… per lo scampato pericolo (all’epoca così si usava in Unione Sovietica).

 Mah, nella mente di Stanislav Petrov che cosa poteva esserci per riuscire  a tenere sangue freddo e non premere nessun bottone come risposta alla falsa offensiva statunitense?? Nessuno lo sa.

 Siamo degli esseri viventi che veniamo “regolati” da un cervello superiore a qualsiasi altro “dispositivo” esistente in natura. E il funzionamento  ancora non ci è chiaro. Il cervello umano è “la cosa” più complicata  dell’universo. A volte funziona bene, come nel caso della storia appena raccontata. Ma spesso non funziona come dovrebbe.

 Il cervello dell’uomo ha un adattamento all’ambiente in un modo straordinario e spesso fiuta il pericolo come solo lui sa fare: abbiamo il sesto senso.

 Caratteristica umana chiamata anche percezione extrasensoriale, che si avvicina molto come definizione anche a poteri come: la chiaroveggenza, la telepatia e tutto ciò che ha a che fare con i fenomeni paranormali.

 Evidentemente il cervello dell’ufficiale Petrov aveva questa caratteristica:  aveva visto giusto e anche oltre. Cosa sarebbe successo nel caso in cui avesse premuto il bottone rosso.

 Abbiamo bisogno di tanti cervelli “alla Petrov” che vedano bene e oltre il visibile. Quella mente avrà visto il futuro del dopo… bottone premuto. E avrà visto un mondo senza l’uomo che conosciamo oggi, solo rovine, e tanti uomini ridotti all’età della pietra che litigano per un pezzo di pane.

 E poi avrà visto anche la quarta guerra mondiale, Stanislva Petrov, quella combattuta migliaia di anni dopo da due superpotenze con nomi diversi da Urss e Usa, ma che usavano sempre le stesse armi di oggi e militari davanti ai computer per vedere se arrivassero missili nemici…

 (La solita storia… militare…)

 

                                                                    Mario Ciro Ciavarella