Mario Ciro Ciavarella

San Marco in Lamis, lunedì 28 marzo 2016 -  Vedete, interpretare la figura di Gesù nelle rappresentazioni sacre non è facile. Se si tratta di Gesù Bambino il problema non esiste: nel presepe viene adagiato un bimbo di pochi anni che non deve… recitare, ma deve solo essere lì presente, nella mangiatoia in mezzo alla Madonna e San Giuseppe.  Anche interpretare i genitori di Gesù non è difficile, basta stare al proprio posto, con le mani giunte, guardare il bambinello e sorridere.

  Il problema potrebbe nascere durante le rappresentazioni della Settimana Santa, dove gli attori e le comparse, devono atteggiarsi in personaggi sofferenti, che vivono il dolore vero della morte di Dio: la Madonna che piange e si dispera, San Giovanni e la Maddalena vicino a lei che la sorreggono, i centurioni romani impettiti e insofferenti a tutto, e così via fino all’ultima comparsa che espleta il suo ruolo come da copione.

 E l’attore che interpreta Gesù porta sulle sue spalle non solo la croce ma, simbolicamente, soprattutto i peccati di tutta l’umanità. Quindi, sofferenza espressa come meglio si può facendo cadere dai capelli (o parrucca) dell’attore sudore e sangue.

 Ma come si può interpretare Gesù Risorto?? Sinceramente nelle processioni è difficile vedere attori che sfilano interpretando la parte del Risorto. Gesù normalmente lo vediamo sfilare soffrendo, quindi dolorante, piangente.

 Ma difficilmente vediamo un Gesù che sfila… sorridendo. Il problema non è da poco. Come non è da poco capire la resurrezione della carne. O meglio, risorgere dalla morte con carne e spirito. Con tutto.

 Il discorso non è che bisogna interpellare un attore bravo, non è un fatto di bravura, ma piuttosto di impostazione scenica.

 In Spagna dove le rappresentazioni religiose durante la Settimana Santa abbondano, un certo Ramon Fossati che da anni recita nella parte di Gesù in una processione che si svolge ogni anno a Valencia, si è permesso di assumere un atteggiamento “poco decoroso” (questa è l’accusa) per avere lanciato a destra e a manca baci e benedizioni al pubblico presente e anche (addirittura) al vescovo della curia di Valencia e prelati al suo seguito, che assistevano alla sfilata della processione, dove si mostrava, appunto, Gesù Risorto impersonato da Ramon Fossati.

 Come dire: “Fai il Gesù Risorto… ma fino ad un certo punto!!” Come dire: “Stai calmo Ramon, ma chi ti credi di essere??” Come dire: “Non vorresti mica essere considerato migliore degli altri?” Come dire: “Ma credi davvero che anche tu risorgerai, Ramon??”

 Insomma, questo attore secondo la curia di Valencia si è allargato troppo ed è stato multato con 300 euro poi misericordiosamente abbassati a 60 e allontanato dal gruppo folcloristico… scusate, religioso per due anni.

 Fatemi capire, se uno risorge deve essere allegro o no???? Parliamoci     chiaramente, la resurrezione ci rende allegri o tristi???

 Perché quando si parla di religione dobbiamo sempre pensare ai peccati, alle disgrazie, ai lutti, alla morte, alle assoluzioni, alle penitenze, alla misericordia, all’aldilà, ai pentimenti e non all’allegria???

 Orsù, un po’ di ottimismo, credenti!! Già la vita terrena è quella che è, se poi vogliamo buttarci giù anche… dopo, a questo punto è meglio non risorgere!!

 E giustamente Ramon Fossati l’attore che ha interpretato un allegro Gesù Risorto e spensierato che lanciava baci e sorrisi al pubblico presente a quella processione ha pensato che la resurrezione è Vita.

 In quel momento non era Ramon che baciava tutti, ma era Gesù che voleva bene alla gente lì presente e che assisteva a quella processione.

 Allora dovremmo dire a quelli che costruiscono le statue dei santi di non farle troppo… vere!!?? Poichè ci potrebbe essere un equivoco: la gente potrebbe credere che quella statua… si è montata la testa. Magari non proprio la statua ma il suo costruttore (che presuntuoso e arrogante, quel costruttore di statue…)

 Gesù quando risorse seconde me… rise, e come se ha riso!! Fece la più bella risata che una persona possa fare. E quella risata la si può sentire ancora oggi.

 Quella che viene definita come “radiazione cosmica di fondo” e che molti scienziati dicono essere il residuo del Big Bang, io penso che sia invece… la risata di Gesù quando è risorto.

 Una grandissima e fragorosa risata che gli strumenti astronomici la sentono ancora oggi (e la confondono con il rumore di fondo provocato dal Big Bang).

 Lasciamo che gli attori che interpretano Gesù ridano, scherzino, siano pieni di gioia e che bacino tutti. Altrimenti Gesù non è una superstar, ma solo uno dei tanti uomini che ha cercato di cambiare il mondo. E non c’è riuscito.  

  

                                                                                     Mario Ciro Ciavarella