Ludovico Delle Vergini

San Marco in Lamis, sabato 7 febbario 2016 -  Il bisogno di lavoro e di stabilità dei giovani e dei relativi genitori è troppo spesso usato come arma politica. In questi giorni, che precedono un concorso pubblico, bastava andare in giro per il paese e osservare per capire la situazione. Ormai, purtroppo, sembra scontato e normale doversi rivolgere a terzi e chiedere il favore. Abbiamo distrutto l’idea del giusto, abbiamo mortificato l’autostima dei nostri ragazzi e dei loro genitori che si vedono costretti a chiedere, perché “tutti fanno così”. Ovviamente alla domanda di aiuto c’è una risposta compiacente, “non ti preoccupare ci penso io”.

 Quindi cosa succede: Se il ragazzo è stato selezionato si sentirà costretto a ringraziare, anche se il soggetto terzo non ha fatto o non ha potuto fare niente. Se il ragazzo non ce l’ha fatta, si sentirà dire che non si poteva fare niente e che comunque ci saranno altre occasioni. In entrambi i casi, si è persa la libertà. Si è persa la libertà anche di PENSARE che un concorso, un bando pubblico possano essere limpidi, onesti. E’ come se ognuno ormai vedesse solo marcio e quindi si comporta di conseguenza per non restare indietro. 

E poi sentiamo, da più parti, politicare su di loro. “Bisogna dare forza e spazio ai giovani e stimolarli ad investire e produrre da privati”. E come? Se siamo riusciti a spegnere il loro entusiasmo e falciare la loro autostima! Questo deve essere l’obiettivo del risanamento culturale. Libertà di espressione e consapevolezza delle proprie capacità. La conseguenza sarà il risanamento economico.

Ludovico Delle Vergini