di Luigi Ciavarella
San Marco in Lamis, domenica 24 gennaio 2016 - La morte recente di Glenn Frey, che è stato il chitarrista e il co-autore del gruppo country - pop The Eagles, ci consente di parlare, seppure per sommi capi, di una delle “leggende del rock”, vissuta per tutti gli anni settanta con momenti di popolarità mondiale davvero invidiabile grazie ad un suono ricco di armonie vocali e canzoni pop dal sapore irresistibilmente mainstream. Glenn approdò in California agli inizi degli anni settanta proveniente da Detroit, sulla rotta già segnata da altri musicisti che prima di lui raggiunsero quelle ricche solari terre californiane ...
così aperte ad ogni contaminazione non solo musicali ma anche artistiche, letterarie e teatrali, nel luogo in cui tutta la cultura indipendente vi confluì facendovi crescere una realtà culturale unica in tutta l’America. Gli Eagles nascono dall’unione di diversi musicisti, tra cui Glenn Frey, che, insieme a Don Henley,Randy Meisner e Bernie Leadon, resero possibile la costituzione di una band che suonasse musica tipicamente americana cioè un miscuglio di country e pop avvolto in armoniose vocalità ben studiate per rappresentare un modello di eleganza in un mondo musicale che stava voltando decisamente pagina dopo i disordini rivoluzionari dei sessanta ( vedi i Jefferson Airplane, tra gli altri ) e avviatosi ormai verso una musica più tranquilla, di intrattenimento tout court, dominata dai lustrini lucenti e ammiccanti e dalle idee libere dagli impegni di natura politica.
Dal primo disco pubblicato nel 1972 dalla Asylum di David Geffen sino al 1976 l’anno di Hotel California, gli Eagles hanno rincorso un suono che li ha caratterizzati come gruppo di ispirazione pop, famosi meno per gli album quanto per un pugno di canzoni che li han resi famosi nel mondo : Take it easy, dove maggiormente è evidente la presenza di Glenn Frey, Desperado dal loro disco omonimo (forse il migliore della loro discografia), in cui sono raffigurati in copertina in veste di cowboy immortalando una epopea che sa tanto di maliziosa rappresentazione di se stessi ; poi un disco interlocutorio come One Of Three Nights di cui anche in questo caso da salvare c’è soltanto il brano omonimo sino ad Hotel California che segna l’apice e la fine della loro storia.
La storia breve di un gruppo sicuramente super valutato a tratti persino stucchevole che insieme agli America, altro gruppo che nello stesso periodo cavalcava le stesse sonorità con spirito più compatto ma con risultati simili e i Poco che forse hanno fatto meglio se non altro perché al loro interno vi erano musicisti più motivati, almeno sino ad un certo punto, poiché anche loro si sono spenti lentamente nelle viscere dell’anonimato. Come gli Eagles, che dopo qualche maldestro tentativo di riunificazione, negli ottanta, hanno gettato la spugna poiché dopo Hotel California, ( che ha venduto trenta milioni di copie ) che parla dell’ambiguo albergo popolato di gente strana, dei piaceri della vita non sono riusciti a combinare nient’altro.
Luigi Ciavarella