Antonio Del Vecchio
Foggia, mercoledì 2 novembre 2022 - Ispirata ai valori della Resistenza e della Costituzione Repubblicana, prima rassegna d’Arte di pittura e grafica, a Foggia. A proporla sono la Fondazione dei Monti Uniti di Foggia e il Comitato Provinciale facente capo all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, in sigla Anpi. La stessa ha come titolo “La Libertà in cammino” a significare che la libertà dell’uomo non è una conquista spicciola, ma fatta di piccoli passi e di ostacoli da superare di volta in volta , a costo di duri sacrifici e in qualche caso rimettendoci anche la vita.
La mostra, che resterà aperta nella galleria della Fondazione di Via Arpi 152 fino al 12 novembre del corrente anno, metterà in mostra le opere di 31 artisti , tra affermati e giovani emergenti, provenienti da Puglia, Basilicata e Campania. “La Carta Costituzionale è da considerarsi, secondo Liliana Segre, una sorta di “vangelo laico della nostra comunità“. E questo quale testamento dei 100 mila morti, caduti nella lunga lotta per la libertà. La stessa – dichiara Aldo Ligustro, Presidente della Fondazione organizzatrice – “nonostante i 74 anni compiuti, continua a mantenere una sorprendente attualità, con la follia senza fine della guerra che bussa alle porte d’Europa.
Nel momento in cui assistiamo sgomenti agli orrori del conflitto in Ucraina – egli continua – non riusciamo a immaginare circostanza migliore per riaffermare l’importanza del diritto alla libertà, all’indipendenza, all’autodeterminazione dei popoli, alla democrazia e alla pace”. Rincara, poi, la dose in proposito il curatore della rassegna, Gianfranco Piemontese: “ I trentuno artisti, giovani in crescita o già affermati, uniti dalla comune pratica artistica, dimostrano quanto il valore della libertà sia sempre da ricordare e tutelare . All’interno di questa rassegna– egli precisa – vedremo testimonianze diverse dell’idea di libertà , che interesseranno ambiti che non sono sempre quelli riconducibili alla libertà di espressione e/o di organizzazione: la libertà dalla mafia, dai soprusi, dalla miseria, dalle guerre, dal pregiudizio e la libertà dei sentimenti”.
Ecco i nomi dei 31 artisti protagonisti dell’esposizione: Lisa Anna Balistrer Blalis, Vincenzo Bizzarri, Stefania Bolognese, Gaetano Cantone, Antonio Carluccio Tortora, Paolo Antonio De Caro, Adriana De Leonardis, Daniela De Lia, Paolo De Sario, Arcangela Di Cesare, Giovanni Di Capua, Maddalena Gatta, Pasquale Gentile, Viola Gesmundo, Rosanna Giampaolo, Francesco paolo Maria Giuliani, Nando Granito, Salvatore Lovaglio, Leon Marino, Antonella Morsillo, Giuseppe Petrilli, Emilio Polito, Mario Raviele, Concetta Russo, Giuseppe Santamaria, SinuhedaFoggia, Cosimo Tiso, Lorenzo Tomacelli, Alessandro Tommasone, Daniela Tzvetkova e Florenzia Zambecchi.
Quanto sopra è contenuto nel comunicato stampa, diffuso in ogni dove, a firma di Aurelio Andretta. Di artisti che hanno messo in pratica la loro creatività per sostenere e divulgare siffatti valori se ne contano a iosa anche nel passato remoto e recente, realizzando talvolta opere complete ed uniche sul fronte non solo dell’estetica formale, ma anche sul piano dei contenuti carichi di idealità. Per quanto riguarda la città di Foggia, basta ricordare Salvatore Postiglione, nativo di San Severo(1906 -1996) , come tutti gli altri fratelli di cui si dirà, ma di famiglia originaria di Napoli, dove i loro antenati hanno dominato il campo delle arti figurative per più secoli.
Non a caso i fratelli Giovanni e Mario, il primo facendo l’umile lavoro di marmista e l’altro di disegnatore ed insegnante di arte si sono distinti nel medesimo campo, producendo anche loro opere importanti in città in provincia. Per esempio Giovanni ha lasciato la sua impronta creatrice alla scultura ad alto rilievo affissa sul Monumento ai Caduti della II Guerra Mondiale, a Rignano Garganico, di cui si è già scritto. L’inaugurazione della mostra in parola è prevista il 4 novembre 2022 ore 18.00 con gli interventi, oltre del citato presidente della Fondazione dei Monti Uniti di Foggia Ligustro e del curatore della mostra Piemontese, anche di quello dell’ ex- deputato sammarchese, Michele Galante, in veste di presidente del Comitato Provinciale dell’ANPI, co organizzatore dell’evento medesimo.
Tra le opere sul tema di maggiore rilievo finora realizzate e seguite finora dal grosso pubblico foggiano c’è il monumento ai fratelli Biondi, realizzato dal suddetto Postiglione ed esposto nei giardini della Villa comunale della città. Lo è soprattutto per la breve storia di vita degli eroi rappresentati, che riportiamo di seguito. “Vincenzo e Luigi Biondi, nati a Foggia, rispettivamente il 28 agosto 1924 e il 7 gennaio 1927, la cui madre è prematuramente morta nel cuore della loro infanzia, decidono di prendere la via del Nord, pare, senza una meta precisa, non altrettanto per lo scopo che si prefiggono. Non è dato sapere con precisione quando partono, come viaggiano e come si sostengono in un’Italia spezzata in due, con vie e mezzi di comunicazione ridotti al minimo”.
Le notizie più datate, forse le uniche e poche, che li riguardano più direttamente ce le ha lasciato, racchiuse in due pubblicazioni, riprodotte, se ricordo bene, a ciclostile da Aldo Pedretti, socialista foggiano, che chi scrive conosceva personalmente, come militante del medesimo partito e come operatore culturale presso i CSC dell’Umanitaria. Pedretti, personaggio assai buono e bravo, che ho visto sfilare, finché è vissuto, orgoglioso e impettito alla testa dei cortei cittadini del 25 Aprile, o della commemorazione dei Caduti in guerra, con al collo il fazzoletto dell’ANPI. Quando si parlava di partigiani era il primo ad infuocarsi e a riportare alla memoria dei più bistrattati, specie della storia ufficiale, la vicenda dei fratelli,Vincenzo e Luigi Biondi, pronti ad ad indicarci ancora oggi la via della libertà, così come essi hanno fatto, combattendo i tedeschi, sui monti di Ascoli Piceno, e offrendo la loro vita per il riscatto collettivo.
Sarebbe opportuno, secondo alcuni, di riprendere in mano, a questo punto, i citati scritti di Pedretti sui partigiani foggiani e della provincia, che un tempo campeggiavano negli appositi scaffali delle biblioteche dei CSC dell’Umanitaria , rivederli alla luce dei nuovi dati e proporre una pubblicazione sia cartacea sia online. Tanto per rendere edotti le nuove generazioni su un passato ricco di fermenti e di voglia libertaria anche nella nostra Capitanata.