Antonio Del Vecchio
Rignano Garganico, giovedì 22 aprile 2021 - I piccoli Comuni che ospitano parchi e pale eoliche di nuovo in allerta in Capitanata. Lo sono per annosa ed irrisolta questione delle royalties, alias ristori pecuniari, previsti dagli accordi a suo tempo stipulati con le aziende titolari degli impianti. Tra questi si trova, oltre alla quasi totalità dei centri siti nei Monti Dauni, anche quelli che orbitano in pianura, come Rignano Garganico,
che di pale giganti ne ha una ventina. A mettere di nuovo sotto i riflettori il problema, questa volta, ci ha pensato la Corte Costituzionale con una sua recente risoluzione interpretativa, precisamente la n. 54, assunta il 23 marzo u.s. Infatti, con la stessa si pone sì fine alla querelle sulle royalties dell’energia eolica, innescata dalla Legge di bilancio 2019, stabilendo il rimborso totale delle somme pattuite prima del 2010 (nel caso di Rignano, la convenzione è 2007) con la controparte sino a quell’anno.
Tale interpretazione costituzionale segna anche la fine della titolarità dei Comuni interessati , degradandoli a comparse, ossia ad esprimere il loro parere nel corso di conferenze di servizio, dove il potere decisionale è del tutto delegato agli Enti pubblici superiori, ossia alle Regioni e al Governo. Come dire botte piena e moglie ubriaca, ristabilendo per legge che la somma pattuita per il futuro non dovrà essere superiore al 3% dei guadagni annuali conseguiti dall’impresa medesima. Per di più il compenso non si chiamerà più ristoro pecuniario, ma ambientale.
E questo per significare che i proventi maturati annualmente non potranno concorrere alla formazione del bilancio comunale complessivo, ma destinati esclusivamente ad opere di miglioria sul tema. Pertanto, tale indisponibilità creerà in futuro notevoli difficoltà sul piano economico e dei servizi, che dovranno mantenersi integri nonostante il calo demografico, ormai irreversibile. Nella medesima situazione dei centri dei Monti Dauni si trova, come accennato all’inizio, anche Rignano Garganico, il più piccolo Comune del Parco Nazionale del Gargano.
Lo è per le venti pale eoliche giganti impiantate nei primi anni del 2000 nella sottostante piana del Tavoliere, abbruttendo così notevolmente il panorama dirimpettaio, un tempo trapuntato a mosaico da terreni multicolori senza corpi estranei, se non le case bianche dei paesi e delle masserie. A suo tempo l’Ente locale, a mo' di compenso, aveva trattato con il Consorzio “Gargano Energia” srl, composto esclusivamente da agricoltori del posto, il 10 per cento del guadagno, riveniente dalla vendita di energia, pari a 480 mila euro annuo.
Tale somma sarebbe stata elargita solo x qualche anno. Dopo di che, essendo stato venduto l'impianto all'impresa francese Edf En Italia Spa e poi trasferito all’attuale proprietaria E2i, non avrebbe percepito più niente, neppure il 3 x cento stabilito x legge. Ora toccherebbe al medesimo Ente sopportare, secondo i critici del posto, anche questa fregatura della Corte Costituzionale.
E allora – ci si chiede con stizza da più parti- perché non si interessi Draghi del tema , semmai approvando un'apposita legge , se vuole per davvero che questi piccoli Comuni riescano a sopravvivere? Altri invece pensano, forse sospinti da motivi egoistici, che sarebbe meglio accontentarsi dell’ uovo oggi piuttosto che della gallina domani”. Chissà!