Antonio Del Vecchio
Rignano Garganico, giovedì 3 dicembre 2020 - Quella della letterina a Babbo Natale è uno dei pochi eventi, scampati alla furia distruttrice del Covid, anche a Rignano Garganico. Tra quelli annullati, come si ricorderà, ce n’erano alcuni di grosso richiamo turistico, come per esempio il Presepe Vivente, giunto al suo ventiduesimo anno di vita. La prima edizione, infatti, risale al 1998.. E questo, grazie al suo originale e ben conservato centro storico, di origine e fattura medievale, che ne permette il richiamo antico. Permangono in forma ridotta i presepi fatti in casa e l’albero di Natale, riservati solo ai famigliari stretti, alias congiunti..
Riprendendo il tema iniziale della “Letterina”, occorre evidenziare che la tradizione, seppure radicata da secoli, è stata ripresa in pompa magna appena qualche anno fa. A scendere in campo tra le mura scolastiche era stata la sezione materna, mettendo in essere un vero e proprio progetto educativo ispirato ad una esperienza assai diffusa e non casuale. Infatti, l’usanza in parola è avvertita dai bambini, specie tra quelli che frequentano la scuola materna, dai tre ai cinque anni.
Due anni fa il progetto, che coinvolgeva i discenti delle due sezioni A e B aveva letteralmente spopolato, coinvolgendo l’intera platea didattica, fatta non solo di insegnanti e di alunni, ma di tutti coloro che giravano intorno, a cominciare dal vicino Ufficio postale, dove si è svolta la lezione pratica, materializzasi con il discorsetto del responsabile dell’ufficio ospitante e la conseguente timbratura di ogni letterina da parte delle addette, seguiti entrambi con viva attenzione dagli occhi vivaci ed interessati degli alunni. Il tutto concluso alla fine con il deposito di ogni singola busta nella buca, salutato di volta in volta con applausi di giubilo e grida festose.
In virtù di questo amorevole ricordo, l’Ufficio in parola ha ritenuto di ripetere anche quest’anno, seppure in forma ridotta, l’anzidetta manifestazione. Lo ha fatto allestendo sul davanzale degli sportelli un cestello per lettere (vedi foto), con l’invito ai genitori di depositare di volta in volta la letterina di turno. E questo naturalmente per ovviare al fatto negativo che la vicina scuola durante questo periodo, per via del Covid, sia stata costretta ad un’apertura a singhiozzo con didattica mista presenza-distanza. Questa volta, non saranno i bambini ad imbucarle, ma i loro genitori. E questo al fine di evitare assembramenti dannosi alla salute pubblica.
Il contenuto delle lettere, come i disegni sono ispirati alla tradizione. Di solito il protagonista della vicenda è interpretato da un omone dalle guance rosee e dalla barba lunga, bianca o nera non importa. In prossimità del Natale di ogni anno, egli, dopo essere partito dalle zone nevose del Polo Nord (Lapponia - Finlandia), ovviamente a bordo della sua slitta tirata dalle renne, va in giro per il mondo a consegnare ai bambini i doni preferiti. In conformità al contenuto, fatto di pura fantasia, tranne nella richiesta dei doni-regali, concreti e alla portata di mano.
Come nella norma il linguaggio delle letterine è costituito da parole semplici, a cominciare dagli indirizzi sulle buste. Come abbiamo avuto modo di constatare: via delle stelle, regali, Polo Nord, ecc. A questo punto i loro occhi, accesi dalla magia, potranno seguire da casa il cammino delle loro letterine fino alla loro destinazione finale,. A prenderle e ad aprirle di certo no sarà Babbo Natale, ma quello vero- Lettere che saranno recapitate in busta chiusa durante la notte di Natale, dopo la Santa Messa, seguita a distanza attraverso lo scherma della TV. Fino ad allora, gli occhi assonnati dei bambini cercheranno di resistere. Ma chi soccomberà non sarà deluso, perché al mattino troverà immancabilmente sotto il frondoso e fantasmagorico albero il frutto desiderato.