Antonio Del Vecchio

Rignano Garganico - venerdì 20 novembre 2020 - Niente piantagione degli alberi, ma il ricordo di essa sì, anche a Rignano Garganico. E questo soprattutto  per non dimenticare  la loro  funzione essenziale di purificatori dell’aria e dell’ambiente da parte delle nuove generazioni di scuola elementare, obbligati oggi alla frequenza a distanza, in virtù delle norme anti-Covid.  Come risaputo la ‘festa’ sul tema ha origini remote. Pensate che viene praticata prima nella Grecia e poi nella Roma antica, per essere solennizzata nei tempi moderni per la prima volta in America e successivamente in Europa.

In Italia diventò un evento pubblico nel 1923 e come indifferibile nel 1951, fissando il giorno di festa il 21 novembre di ogni anno. L’importanza dell’evento sarà suggellato anche dall’emissione di un apposito francobollo. In paese la prima festa, promossa dalle scuole Elementari coincide proprio con quella data. Chi scrive frequentava la IV Elementare con il compianto maestro Vincenzo De Carolis di San Marco in Lamis.  Ricorda  l’episodio, come se fosse oggi. Teatro della funzione fu l’attuale pineta della Ripa. Lui si trovava nella prima fila della seconda terrazza a sorreggere la giovane pianta, pronta per essere piantata dall’operaio.

Era la tredicesima, a partire dal Pizzo dell’orto.  Un numero che non dimenticherà mai. Si tratta di un pino alto e robusto che si può ammirare ancor oggi. La foto gliel’ha fornito Primiano Augelli, di qualche anno in meno in seconda Elementare. Non ricorda il nome del maestro. Come si evince dalla foto, al momento egli si trovava al primo terrazzo, assistito dalle maestre. Più in là si nota il sindaco Giovanni Tusiano, accompagnato dai colleghi amministratori e dalla pattuglia dei Carabinieri , guidata dal brigadiere Salvatore Rizzo di Alberobello, comandante della stazione, che a quel tempo alloggiava alla antica caserma di Via Belvedere, che qui resiedeva con la famiglia. Addirittura, anche una sua figlia, di nome Florinda, frequentava la medesima classe di chi scrive, a lezione però, della maestra Carolina Draisci. Intorno si vedono figure femminili, sicuramente operatrici scolastiche anche loro.

Il sindaco Luigi Di Fiore, si dice dispiaciuto per la mancata festa e si promette di rimediare il prossimo anno con una manifestazione pubblica più partecipata e coinvolgente, forse nello stesso luogo o in altri, bisognosi di essere rinverditi.