Antonio Del Vecchio

Rignano Garganico, venerdì 22 maggio 2020 - Anche a Rignano si è festeggiato, per modo di dire ‘idealmente’, i cinquant’anni dell’entrata in vigore della legge del 20 maggio 1970, n. 300, meglio nota come Statuto dei Lavoratori. Lo è stato negli ambienti socialisti. Perché con essi si ricorda anche il ministro del lavoro, Giacomo Brodolini, sindacalista socialista che assieme a Gino Giugno, docente universitario, pure socialista, misero a punto e portarono avanti la proposta  in questione, fino alla sua definitiva approvazione, avvenuta  alla Camera dei Deputati, dopo il passaggio al Senato,  con il voto favorevole della maggioranza di Centro-Sinistra, cioè di DC, PSI e PSDI unificati nel PSU, PRI con l’aggiunta del  PLI, allora all’opposizione.

Il resto dell’opposizione, allora, rappresentata in massima parte dal PCI, e in misura largamente minore dal PSIUP e MSI  si orientarono per l’astensione. Va precisato che Brodolini, nonostante il suo sforzo propulsivo, non arrivò al voto, perché deceduto a causa del male oscuro pochi mesi prima. Precisamente l’11 luglio del 1969.  La legge , come tante altre riforme, prima e dopo di quegli anni, non ricevette il voto favorevole dei comunisti. Lo avevano negato,  per sottolineare la loro opposizione, riscontrando di volta in volta nelle proposte delle presunte lacune.

Rignano – ci riferisce un antico esponente del Partito di Nenni, Pertini e Lombardi, non poteva non riscontrare questo ricordo, perché la locale sezione era dedicata proprio a tale scopo  a “Brodolini”. La struttura, come è noto, ubicata a piano terra dello storico Palazzo Baronale (Vedi Foto), che come  tutti sanno, a seguito di Tangentopoli, assieme a tutte le altre dei partiti di Centro-sinistra sparirono per sempre, unitamente agli altri organi rappresentativi superiori, con sommo rincrescimento e nostalgia dei suoi militanti di ieri e forse anche di oggi.