Antonio Del Vecchio
San Marco in Lamis, domenica 3 maggio 2020 - Da lunedì, 4 maggio, si potranno finalmente portare i fiori sulle tombe dei propri cari, anche a Rignano Garganico. Tanto in sintonia con quanto accade nel resto d’Italia per il subentrato decreto presidenziale. Ovviamente la riapertura riguarda i visitatori, riservato come lo è stato per le antecedenti settimane solo alle salme, tumulate dopo la eccezionale benedizione del sacerdote, senza la usuale presenza e conforto dei propri cari. A dare la notizia per primo ci ha pensato il sindaco Luigi Di Fiore, spiegando il contenuto di una ordinanza sul tema, firmata e pubblicata il 30 aprile u.s.
In essa si avvisa, tra l’altro, la popolazione che l’orario di apertura è fissato dalle ore 7,30 alle 13,30 dal lunedì al sabato. Ecco il resto delle disposizioni da osservare: ogni visitatore può trattenersi all’interno del cimitero per un tempo massimo di 30 minuti; è consentita la presenza all’interno del cimitero, nello stesso momento, di massimo 15 visitatori per volta; oltre tale numero si dovrà attendere l’uscita di un visitatore per permettere l’ingresso di un altro; ogni visitatore è tenuto ad indossare mascherina protettiva delle vie respiratorie, come da decreto; nel caso in cui sopravvenga la necessità di effettuare operazioni cimiteriali, per fare in modo che tutto ciò avvenga in sicurezza, il cimitero verrà chiuso al momentaneamente al pubblico e riaprirà solo al termine di ogni incombenza; si è tenuti scrupolosamente a rispettare gli orari di apertura e chiusura del cimitero comunale.
In caso di inadempienze il sindaco sarà costretto a sospendere immediatamente gli ingressi. Il primo cittadino fa sapere, inoltre, che, in osservanza di disposizioni prefettizie, il mercato settimanale, previsto il lunedì settimanale, sarà sospeso sino al 17 di maggio c.a. “Occorre ripartire – ha egli dichiarato e scritto - ma con tanta cautela e attenzione, un passo per volta sperando che venga confermata la flessione del numero dei contagi anche nelle prossime settimane. Noi tutti dobbiamo continuare a garantire il nostro contributo”. Tutto questo non a torto, dal momento che il paese, dall’ultima rilevazione e studio dell’Università di Foggia (con rilevazioni sino al 24 aprile u.s.). In siffatto studio il rischio RSI viene misurato non sulla base del numero totale di casi registrati, ma sull’incidenza dei casi registrati sulla popolazione residente. Posto uguale ad 1 il valore dell’RSI medio provinciale, i comuni che presentano un indice più o meno superiore sono undici.
Precisamente Rignano si trova al sesto posto, con un indice di RSI pari a 2,34 (8 casi su 1994 abitanti). Prima di esso, troviamo, infatti: Bovino con RSI 8. 51 (47 casi su 3206); San Giovanni Rotondo, 3,71 (149 casi/27.108 ab.); Torremaggiore RSI 3,55 (90casi su 16.978 abitanti); Faeto, RSI 2,97 (3 casi/621 ab.); SanMarco in Lamis RSI 2,70 (55 casi/13.397 ab.); Dopo Rignano troviamo: Troia, RSI =2,28 (25 casi/7035 ab.); Monte Sant’Angelo RSI = 1,57 (3 casi/12.162 ab.); Zapponeta RSI 1,45 (7 casi/3386 ab.); San Nicandro Garganico RSI = 1,34 (33 casi/15.063 ab.); San Paolo Civitate RSI = 1,16 (10casi/5.711 ab.).
Secondo altri, da tale studio non si riscontrerebbe alcuna evidenza gravità sul piano scientifico, raffigurante essa una infima realtà di nicchia, che non spiega né la qualità, né reale consistenza della epidemia in atto in un determinato territorio. Quindi, da questo punto di vista si può stare tranquilli e sperare come gli altri che possa passare presto il brutto momento e ritornare alle nostre attività produttive economiche e non, in modo graduale e ragionato.