Antonio Del Vecchio
Rignano Garganico, mercoledì 29 aprile 2020 - Da ieri mattina, il quartiere di S.Rocco, svegliato da rumori cari, a Rignano Garganico. Il riferimento è alla ripresa dei lavori di sistemazione di Via Umberto Giordano, rientrando essi tra quelli rimessi in moto dall’ultima decretazione governativa. Quasi che fosse musica sublime per i loro orecchi, rimasti zittiti per tanto tempo., a causa del Coronavirus, gli stessi sono stati accolti con entusiasmo dai cittadini, affacciatisi sin dalle prime ore del mattino da balconi e finestre.
Oltre che alla sistemazione di una delle arterie urbane tra le più lunghe ed importanti della cittadina. La stessa è rimessa a nuovo, come la prima volta, nel 1975, con le medesime pietre di lava disposte a mosaico, che le danno lustro e praticità. Da aggiungere che l’anzidetto lavoro s’innesta in quello dello scolo delle acque bianche cittadine, verso cui confluiscono il resto delle infrastrutture rotabili e pedonali, contemplate nell’apposito progetto in esecuzione. Quest’ultimo, comporta anche poderosi lavori di canalizzazione in atto sul declivio ad Est dell’altura su cui sorge l’anzidetto quartiere sorto negli anni ’50 e ’60.
Ad eseguire i lavori, ci sta pensando una ditta locale, considerata una delle più attrezzate e fattive del distretto, che dà il pane ad una ventina di addetti. A quanto si è appreso, tra qualche giorno riprenderanno pure i lavori sul declivio con due grandi e moderni scavatori, costretti al silenzio dal decreto, che come sempre non guarda al particolare. Infatti, qui gli addetti, chiusi nelle loro cabine protettive, non avevano contatto con chi che sia, compresi i sollevatori per il carico del materiale accumulato. Con siffatta ripresa la musica dei rumori si farà più intensa e corale, capace, come si suol dire, di risvegliare dal torpore anche i morti del camposanto. Non si sa se questi addetti hanno usufruito o meno la cassa d’integrazione concessa ai dipendenti dell’ex-Sofim e dell’Alenia, che qui ce ne sono ancora, anche se in numero minore rispetto al passato, allorché gli anzidetti stabilimenti sfamavano una trentina di famiglie e passa.
La popolazione rignanese è composta in massima parte di pensionati ed anziani al di sopra dei sessant’anni. Da qui l’immancabile presenza ed utilità di una Protezione Civile, che qui è assai attiva e nota in tutta la provincia, in massima parte costituita e diretta dall’associazione degli ex-vigili del Fuoco, guidata con sagacia e lungimiranza da vari anni da Gabriele Nido, operaio metalmeccanico alla citata ex-Sofim. La stessa è formata esclusivamente da giovani volontari, come Gigione e Giovanni Tancredi, piuttosto motivati e preparati per gli interventi necessari a far fronte ai diversi cataclismi naturali, come incendi, terremoti ed alluvioni ed ora sanitari dopo l’inatteso scoppio della virale pandemia in parola.
Questi, ovviamente protetti da capo a piedi si adoperano quotidianamente a distribuire casa per casa la spesa messa a disposizione dai rispettivi negozi alimentari locali, sempre previdenti e ben forniti di commestibili, e le medicine, contrattate a stretto giro circolare tra medici di famiglia, assistiti e l’unica farmacia del luogo. Il ruolo della Protezione Civile non è solo questo, ma talvolta sospinta anche dalla massima autorità locale, sapientemente tenuta e svolta dal giovane ed attivo sindaco, Luigi Di Fiore, è impegnata con l’apposito automezzo (vedi foto), fornito di megafono, a informare i cittadini, specie gli anziani poco avvezzi all’uso del Web, su qualsivoglia evenienza, riprendendo così il tradizionale passaparola degli antichi banditori, come Ignaziuccio e Maria Giovanna, che parecchi qui ricordano con tanta nostalgia e calore.